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Anche Castiglione rinuncia a candidarsi, la lista della Lorenzin perde un altro pezzo

Giuseppe Castiglione

PALERMO. “Non si fa più politica. Noi speravamo di costruire una grande area di centro, moderata, ma poi ho visto che il dibattito è soffocato da populisti ed estremisti. E allora preferisco impegnarmi in altro”: Giuseppe Castiglione rinuncia alla candidatura. Si ferma a quattro legislature (due all’Ars, una al Parlamento europeo e una alla Camera) e salta un giro. Non sarà in corsa nella lista che il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin sta costruendo in alleanza col Pd di Renzi.

Ed è uno smottamento, quella dell’area ex Ap. L’addio di Alfano, anche lui non ricandidatosi, è stato decisivo nella scelta di Castiglione: “Era l’unico che aveva visione politica. Ed è un amico. Resto convinto che senza lo strappo del novembre 2013 (l’addio a Forza Italia e l’approdo nel governo Renzi, ndr), l’Italia sarebbe oggi un Paese peggiore”.

Va detto che Ap, l’area centrista nata dalla fusione degli alfaniani di Ncd e degli ex Dc vicini a Casini, è ormai al rompete le righe. Dopo Alfano, era stato Lupi a lasciare per rientrare nel centrodestra. Nel frattempo c’è stato il flop alle Regionali, dove la lista ha fallito il 5% ed è rimasta fuori dall’Ars. Ora si prospetta il rischio di faticare per raggiungere il 3% a livello nazionale, che assicurerebbe posti in Parlamento. In Sicilia i big dell’area centrista sono quasi tutti andati via dalla lista ora affidata alla Lorenzin: anche la ex sottosegratria Simona Vicari ha lasciato il gruppo e sta cercando approdo in Forza Italia o nella quarta gamba (la lista di Lorenzo Cesa e Saverio Romano).

Ma Castiglione assicura che c’è altro dietro la sua scelta: “Non ripropongo la mia candidatura ma resta nell’area del Ppe. Rispetto ai populismi di Di Maio e Salvini ho apprezzato le parole di Berlusconi sul rispetto del limite del 3% all’indebitamento e sull’importanza di lavorare per una Europa unita. Ho apprezzato anche il fatto che Renzi sia venuto in Sicilia per celebrare l’anniversario dell’appello sturziano ai liberi e forti. Continuo a guardare a quest’area ma lo farò da fuori, non dalla Camera o dal Senato”.

Castiglione smentisce anche i boatos secondo cui sia lui che Alfano stanno scommettendo su una eventuale campagna elettorale bis, entro un anno, in caso di ingovernabilità successiva al voto del 4 marzo: “Io mi auguro solo che non vincano Di Maio e Salvini. Poi, per il bene del Paese, spero che un governo si faccia”.

Per lui, che è stato anche presidente della Provincia di Catania fra il 2008 e il 2013 e presidente nazionale dell’Upi (Unione Province italiane), la prospettiva è “una fase di riflessione. Spero di poter lavorare all’analisi politica e su alcune tematiche che mi hanno molto interessato nella mia carriera politica, dallo sviluppo energetico all’ambiente, dall’agricoltura alla digitalizzazione”.

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