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Berlusconi: privatizzazioni contro il debito, il premier? Lo rivelerò al momento giusto

ROMA. «L'unico modo per abbattere il debito pubblico è un grande piano di privatizzazioni, per 5 punti percentuali circa, che insieme alla ripresa della crescita e all’avanzo primario nei conti pubblici determinato dall’aumento del gettito, porterebbe a un rapporto debito/Pil vicino al 100% in cinque anni, con la relativa riduzione della spesa per interessi», afferma il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un’intervista al Corriere della Sera in cui assicura: il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil «è una regola forse stupida, ma la rispetteremo».

Sulla flat tax, «tagliare le tasse, a regime, non è un costo, anzi è un modo per incrementare il gettito dello Stato», dice Berlusconi citando Kennedy e Reagan. «È possibile che al principio ci sarà una riduzione del gettito, e poiché non vogliamo andare in deficit abbiamo individuato delle coperture nella rimodulazione della marea di sconti fiscali e nell’emersione del sommerso favorita dalla semplificazione e dalla convenienza del nuovo sistema. Potremo pagare meno anche perché pagheranno tutti».

Quanto alla legge Fornero, «il problema sono i presupposti. Affronta male un tema vero: l’aumento della vita media, collegato al calo della natalità, rende necessario un aumento dell’età pensionistica per mantenere i conti in equilibrio», osserva l’ex premier, che assicura: «L'aumento delle pensioni minime a 1000 euro per tutti, anche per le casalinghe, per noi è irrinunciabile».

Il nome del premier «lo rivelerò al momento opportuno, e sarà di assoluta autorevolezza. In ogni caso, il garante del programma e degli impegni presi con gli elettori sono e rimarrò io», rileva Berlusconi, che si dice sicuro su un premier di FI. Se a indicarlo sarà chi ha più voti o chi ha più seggi «non è un problema, perché le due cose coincideranno: sarà FI in entrambi i casi».

Berlusconi, che domani a Bruxelles incontrerà i vertici della Ue, spiega di essere «molto preoccupato per il futuro dell’Italia: se il nostro Paese cadesse nella mani dei ribellisti, dei pauperisti, dei giustizialisti, questo sarebbe un problema drammatico per noi e per l’intera Europa. Però - evidenzia - credo sarebbe bene che gli esponenti delle istituzioni europee si astenessero dall’interferire nella campagna elettorale».
Per Berlusconi astensionismo e M5S «sono due facce della stessa medaglia».

Il Sud è stato abbandonato a sé stesso, però io credo che i suoi elettori capiscano che l’incapacità di governo dei grillini aggraverebbe, invece di risolvere, i loro problemi».

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