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Nasce un pastificio nel carcere Ucciardone di Palermo

PALERMO - Nasce un pastificio all'interno della quinta sezione del carcere Ucciardone di Palermo. L'iniziativa, finanziata dal Governo nazionale, si inserisce nel quadro delle attività per fornire occasioni di lavoro per chi si trova dietro le sbarre. Infatti a preparare la pasta saranno gli stessi detenuti che hanno seguito un corso di formazione tenuto da Mimmo e Giuseppe Giglio, padre e figlio titolari dell'omonimo pastificio palermitano. Che hanno spiegato a dieci detenuti i segreti dell'impasto perfetto e come realizzare rigatoni e penne. Perché per il momento la pasta prodotta, che nemmeno a dirlo si chiamerà "Ucciardone" avrà solo formati corti. L'impianto è nuovo e moderno e potrà produrre 400 chili di pasta all'ora.

"Per noi è anche un motivo di orgoglio: condurre una missione dal forte valore sociale in una città come Palermo che è la culla della pasta di grano duro - dicono i due Giglio a cronachedigusto.it - Tutto è nato qui, come è documentato dagli storici, e quindi è il momento di farlo sapere al mondo con un marchio come quello dell'Ucciardone che fino ad oggi ha evocato ben altro". I due imprenditori si sono impegnati anche a commercializzare la pasta. La farina utilizzata per fare la pasta sarà solo quella del tipo Perciasacchi, per il momento, quindi un grano tipicamente siciliano, coltivato in un campo sperimentale di alcune decine di ettari. Ma ci sarà spazio per altri grani siciliani non appena il progetto prenderà forma. Il logo per la pasta è quasi pronto e raffigura una sorta di sole con alcuni raggi. Che è poi l'Ucciardone visto dall'alto.

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