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Dalla Bosnia all'Antartide, sono 6.700 i militari italiani impegnati in 37 missioni internazionali

Foto d'archivio

ROMA. Sono 37 le missioni internazionali che nel 2017 hanno impegnato personale e mezzi del ministero della Difesa, guidato nell’attuale governo dalla ministra Roberta Pinotti. Vi hanno preso parte 6.698 uomini e donne distaccate nei diversi continenti, e la mappa di intervento spazia a tutto campo, e con diversi incarichi e obiettivi, dagli Emirati arabi all’Antartide, per un totale di 22 Paesi.

Per lo svolgimento delle missioni è stato autorizzato, lo scorso anno, uno stanziamento di 1,1 miliardi di euro. Per quanto riguarda la consistenza numerica, le cifre variano molto. Si va dal contingente più numeroso con circa 1.500 persone dispiegate in Iraq, agli staff di poche unità, fino a presenze di singoli addetti negli uffici di contatto e rappresentanza.

Sotto l’egida Nato si svolgono nove missioni: in Bosnia Erzegovina con quartiere generale a Sarajevo, in Afghanistan, nelle acque delle Somalia e in quelle del Mediterraneo, a Skopje in Macedonia, nel Kosovo, in Turchia, Serbia e Lettonia. Con i caschi blu dell’Onu, l’Italia collabora in quattro missioni con uno sforzo di interposizione e 'cuscinetto' nelle zone calde di confini contesi e conflitti non del tutto sopiti, come in Mali nell’operazione Minusma, in Libano con Unifil, a Cipro con Unificyp, e in India e Pakistan con Unmogip.

Sono dieci, inoltre, le missioni italiane che si svolgono sotto le insegne della Comunità europea e presenti anche in Paesi dove sono già in campo forze Nato e Onu. Si tratta di Eupol in Afghanistan, Eulex in Kosovo, Eutm in Mali, Eunavfor nelle acque della Somalia, Eucap e Eutm ancora in Somalia, Eucap tra Sahel e Mali, Triton nel Mediterraneo centrale, Eufor Althea in Bosnia Erzegovina, e Eunavfor nel Mediterraneo.
Dodici, infine, le missioni internazionali nelle quali il personale del ministero della Difesa opera in modo più 'snello' fuori ambito Nato, Onu e comunitario. Si tratta di Hebron Tiph con osservatori internazionali voluti dal governo di Israele, Prima Parthica in Siria e Iraq dove una coalizione multinazionale contrasta l’Isis, in Egitto, Libano, Malta, negli Emirati arabi uniti nella base di Al Minhad che offre supporto ad altre missioni in diversi Paesi, in Libia a Misurata con un ospedale da campo nell’ambito di Ippocrate, in Somalia a Gibuti con Miadit 8 attività di addestramento delle forze dell’ordine locali, in Antartide dove l’Italia opera dal 1985 con un programma di ricerche sulla piattaforma artica e su navi.

In Africa il personale inviato dalla Difesa conta 320 unità in Libia, 118 in Somalia, 90 a Gibuti, 80 in Egitto e 12 in Mali. Tra Europa e Mediterraneo, il personale sul campo è pari a 605 unità occupate nell’assistenza e soccorso ai migranti con Mare sicuro e Eunavformed, 538 in Kosovo e 166 in Lettonia. Tra Asia e Medio Oriente si contano 1127 unità in Libano, 900 in Afghanistan, 1488 tra Iraq e Kuwait, 137 in Turchia, 120 nella base negli Emirati arabi. Tutte queste cifre si riferiscono alle missioni Nato, Onu e comunitarie. Complessivamente, infine, sono 493 gli uomini e le donne del ministero della Difesa impegnati nelle missioni 'fuori ombrellò, più agili o multicoalizione.

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