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Coldiretti, salmonella pericolo più diffuso negli alimenti

(ANSA) - ROMA, 14 GEN - In Europa, nell'arco del 2016, sono scattati ben 455 allarmi per la salmonella che è il pericolo per contaminazione microbiologica più diffuso negli alimenti. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sull'ultima relazione annuale sul sistema di allerta rapido degli alimenti e dei mangimi in Europa (RASFF), dopo l'emergenza scoppiata per il latte in polvere della Lactalis che ha annunciato il ritiro di 12 milioni di confezioni a rischio. In particolare, precisa la Coldiretti, 126 casi hanno interessato il pollame, 68 frutta e verdura, 42 i prodotti di altra carne, 20 erbe e spezie, 14 le uova, 13 casi i prodotti della pesca, 6 latte e derivati e ben 113 prodotti per l'alimentazione animale. La salmonella, continua la Coldiretti, è l'agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche ed è stata segnalata per la prima volta nel 1886, in un caso di peste suina, dal medico americano Daniel Elmer Salmon. La salmonella è presente in natura con più di 2000 varianti ma i ceppi più frequentemente diffusi nell'uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium. Le infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee (S. typhi e S. paratyphi, responsabili della febbre tifoide e delle febbri enteriche in genere), in cui l'uomo rappresenta l'unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S.

typhimurium e la S. enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica. Le salmonelle non tifoidee, responsabili di oltre il 50% del totale delle infezioni gastrointestinali, sono una delle cause più frequenti di tossinfezioni alimentari nel mondo industrializzato. "I principali serbatoi dell'infezione - conclude la Coldiretti - sono rappresentati dagli animali e i loro derivati (come carne, uova e latte consumati crudi o non pastorizzati) e l'ambiente, ad esempio le acque non potabili rappresentano i veicoli di infezione.

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