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Bufera su Trump per gli insulti razzisti, l'Unione Africana: deve chiedere scusa

ROMA. Non si placa l’ondata di indignazione nel mondo dopo i commenti shock di Donald Trump su alcuni Paesi da cui partono gli immigrati.

In una dichiarazione diffusa ieri sera, l’Unione Africana, l'organizzazione internazionale comprendente tutti gli Stati africani, ha chiesto che il presidente Usa si scusi dopo aver definito alcuni Paesi 'cessi' (shithole countries) da dove provengono gli immigrati.

«La missione dell’Unione Africana desidera esprimere la sua irritazione, delusione e indignazione per lo spiacevole commento fatto da Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, che sottolinea il disonore per il famoso credo americano e il rispetto per la diversità e la dignità umana», si legge nel comunicato.

Nel condannare fermamente il linguaggio, il gruppo chiede che Trump ritragga le frasi e che si scusi «non solo con gli africani, ma con tutte le persone di discendenza africana nel mondo».

Pur ammettendo di aver usato 'un linguaggio duro', Trump ha negato di aver mai usato l'espressione 'shithole countries'. In privato, ha affermato che stava solo esprimendo quello che molte persone pensano ma non osano dire sulle persone provenienti da Paesi economicamente depressi, almeno a quanto riferito da una persona che ha avuto modo di avvicinarlo mentre le sue critiche facevano il giro del mondo.

Trump - ha riferito la fonte - ha passato la serata di ieri facendo molte telefonate ad amici e consiglieri per capire le loro reazioni alla tempesta mediatica. A loro avrebbe ribadito di non essere razzista, accusando i media di avere distorto le sue parole.

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