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Sperimentazioni su farmaci, in Italia tornano a crescere

Anche se giganti come Pzifer annunciano l'abbandono delle sperimentazioni sui farmaci per l'Alzheimer e le demenze, in Italia gli studi clinici sui farmaci, anche in ambito neurologico continuano ad esserci, e anzi, sono in crescita. Nel 2016, per la prima volta in cinque anni, il loro numero sul totale europeo è infatti aumentato del 3%, così come quelle promosse da enti no profit. A fotografare il dato è il 16° Rapporto nazionale sulla Sperimentazione Clinica dei medicinali sul 2016 dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
   

Dai dati presenti nel documento si vede infatti che nel 2016 su 3.255 sperimentazioni europee, 660 (pari al 20,3%) sono state italiane. In proporzione dunque più del 2015, quando su 3.918 europee 672 erano state italiane (17,2%), e degli anni precedenti fino al 2012 in cui erano sempre sul 17% circa. La metà degli studi clinici fatti nel 2016 si è concentrata sui farmaci oncologici e immunomodulatori (49,9%), mentre sono in lieve aumento quelli in ambito neurologico (9,5%), ematologico (6,9%) e immunitario. Calano le sperimentazioni in ambito infettivologico (pari al 7,5%, con una flessione dello 0,7%), il secondo settore per spesa farmaceutica in Italia dopo l'oncologia. "Nell'attuale emergenza globale data dalla resistenza agli antimicrobici - si legge nel rapporto - questo è senz'altro un aspetto su cui rivedere le strategie, per favorire maggiori investimenti per lo studio di nuove molecole in grado di sconfiggere i cosiddetti super-batteri". Per le nuove terapie geniche, le sperimentazioni con valutazioni di farmacogenetica sono oltre il 15% del totale e continua lo spostamento verso sperimentazioni su farmaci biologici e biotecnologici. Sul fronte delle malattie rare, si rileva un incremento rispetto al 2015. In generale sono aumentate le sperimentazioni promosse da enti no profit, arrivate ad essere nel 2016 il 27%.
   

Il 97% delle sperimentazioni fatte in Italia è stata condotta su pazienti, mentre sono rarissime quelle su volontari sani.
    Donne, bambini ed anziani continuano ad essere ancora poco studiati. Anche se per il 90% delle sperimentazioni non è possibile risalire alla composizione di genere dei pazienti arruolati, i dati mostrano che solo il 5,5% delle sperimentazioni è fatto esclusivamente su donne, l'8,6% su bambini e l'1% sugli anziani. Proprio per questo motivo l'Aifa ha deciso di dare impulso ai bandi di ricerca indipendente attingendo al fondo del 5% delle spese promozionali sostenute dalle aziende farmaceutiche, che già dal 2016 prevedono focus dedicati a incentivare studi sugli effetti dei farmaci per queste categorie. (ANSA).
   

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