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"Vedi che c'è stato stu massacro per le corna!", nelle intercettazioni la ricostruzione della sparatoria di via Brigata Aosta

PALERMO. I tre arrestati per la sparatoria del 2 gennaio - Silvestro Sardina, detto Silvio, il padre Francesco Paolo Sardina detto Paoluzzo e il cugino Juzef Sardina detto 'u tunisino -, secondo gli inquirenti coordinati dall’aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Enrico Bologna, avrebbero costituito un commando per attuare una spedizione punitiva nei confronti di Gaetano La Vecchia e della sua famiglia.

La Vecchia avrebbe infatti avuto una relazione con la compagna di Silvio Sardina. I tre sono così accusati di aver tentato di uccidere La Vecchia e la suocera Teresa Caviglia entrando nel palazzo in via Brigata Aosta. I tre avrebbero anche picchiato la moglie di La Vecchia, Giuseppa Fragale, e la figlia.

In un primo momento gli inquirenti avevano battuto anche la pista della droga perché il nucleo familiare Fragale-La Vecchia aveva tra i suoi componenti diverse persone con precedenti nello spaccio di stupefacenti. E’ stata una telefonata anonima a rivelare il movente della sparatoria. “Correte  in via Montalbo  c’è una sciarra e sono con le pistole in mano… la persona armata è Silvio Sardina che stava litigando con la moglie a causa di un presunto tradimento… era al civico 56 dove c’è il palazzo di ferro occupato. La donna si chiama Titone, c’è un macello correte subito perché ci saranno più omicidi”.

Sentita dagli inquirenti, la compagna di Silvio Sardina ha però negato di intrattenere relazioni con altri uomini e ha detto agli inquirenti che il suo compagno la picchiava spesso per gelosia e che il rapporto era finito. La donna ha aggiunto di non essersi resa conto di nulla, di non aver sentito gli spari e di essersi accorta dell’arrivo della polizia che però non l’ha incuriosita né sorpresa.

Aveva negato tutto anche Sardina dicendo di avere litigato con la compagna intorno alle 16 e di essere andato via senza fare ritorno a casa. Le intercettazioni in ospedale (delle conversazioni tra i feriti e i loro amici e parenti), così come alcune testimonianze dei parenti di La Vecchia, hanno però consentito agli inquirenti di fare luce sulla vicenda: Silvio Sardina avrebbe scoperto della relazione tra La Vecchia e la sua convivente e, con la complicità del padre e del cugino, sarebbe andato a dargli una lezione.

“Papà, era un mostro - racconta la moglie di La Vecchia in ospedale -. I primi colpi che ha sparato, non si è fermato più. Era un mostro in faccia. Io ho detto ha ucciso anche me, ha ucciso anche me”.

A questa frase risponde Teresa Caviglia quasi a voler rimproverare la figlia dicendo: “Gli è venuta la rabbia Giù! Ha avuto più palle di te, tu ogni volta di frenavi ad andare ad abbanniare da Maria. Vedi che tuo marito se l'è meritato, si è levato il vizio, di fare i discorsi, lui non si spaventava... lui non ne aveva problemi, il suo problema era Paluzzo! Tu devi imparare che lo scaltro muore per mano del fissa! Vedi che c'è stato stu massacro per le corna! Perché poi può prendere la merda e se la può stricare in faccia. Silvio non lo può fare più. Altrimenti se la deve prendere e se ne deve andare di qua per sempre”.

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