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Scoperte a Detroit le antenate dell'auto del futuro del CES

LAS VEGAS - Mentre a Las Vegas nello Stato del Nevada è di scena, nell'ambito del Consumer Electronics Show (CES), la più grande rassegna di soluzioni innovative destinate a rivoluzionare la mobiità e il rapporto tra uomo e macchina, basta spostarsi a qualche migliaio di chilometri nello Stato del Michigan, dove hanno sede le grandi Case automobilistiche Usa, per scoprire nei loro archivi che questa rivoluzione della mobilità è iniziata da parecchio tempo, esattamente 60 anni fa. Molte concept car realizzate a cavallo tra gli Anni '50 e gli Anni '60 hanno infatti prefigurato quelle soluzioni - come la presenza le strumentazioni con display video, la presenza a bordo dei radar per migliorare la sicurezza e perfino la guida autonoma - che sono arrivate solo in tempi recenti. E più di tutte sembra essere incredibilmente 'attuale' la Ford La Galaxie (da non confondere con il monovolume Galaxy, presentato nel 1995) una concept che venne presentata nel 1958 e che conteneva un incredibile numero di idee che, se concretizzate attraverso tecnologie che allora non esistevano o erano disponibili solo in ambito militare, non sfigurerebbero in un'auto dei tempi nostri.

Lo stesso design, che oggi può far sorridere perché ispirato al mondo dell'aeronautica e delle prime esplorazioni spaziali, anticipa in diverse soluzioni (il parabrezza che si estende verso il tetto, le grandi prese d'aria anteriori e, all'interno, il volante rettangolare stile avio) che si sono diffuse negli Anni 2000. A firmarlo fu Elwood Engel, autore della celebre Continental e diventato nel 1961 capo dello stile di Chrysler al posto del grande Virgil Exner. Oltre alla La Galaxie Ford presentò nel 1958 un'altra avveniristica concept, la X-2000 firmata a livello di stile da Alex Tremulis a da Bill Balla. In questo caso la visione del futuro (ribadita dallo stesso nome 2000, cioè il passaggio al terzo millennio) si era spinta ancora più in avanti, ipotizzando linee da auto-volante, con un pinne e altri elementi 'aggiunti' che contrastavano in un eccesso di originalità con un interno - racchiuso da una bolla trasparente - che sarebbe adatto anche oggi per una vettura a guida autonoma. Anche la General Motors scese in campo nel 1958 con la sua proposta di auto del futuro, la Firebird III, una sorta di jet munito di ruote che univa elementi di ricerca davvero anticipatori - come il cruise control, i freni antibloccaggio e il condizionamento dell'aria - ad un design fintamente destinato a migliorare l'aerodinamica. Delle Firebird furono costruite quattro differenti serie, che servivano ad animare un evento itinerante - il General Motors Futurama - che venne organizzato dal dopoguerra e fino al 1961 per portare in tutti gli Stati Uniti sia i modelli di produzione che i concept futuri e futuribili. In particolare la Firebird II evidenziava l'impiego del titanio per la costruzione della carrozzeria, mentre la Firebird III venne realizzata con le più avanzate tecnologie di applicazione della vetroresina al mondo delle auto.

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