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La lotta ai tumori diventa una 'guerra di precisione'

La lotta contro i tumori affina le armi e diventa una 'guerra di precisione', capace di attaccarli in modo personalizzato sulla base delle loro caratteristiche molecolari. Il bersaglio sono i 'generatori di energia' delle cellule, i mitocondri. Recentemente si è capito che, in generale, i tumori attivano i mitocondri, ma solo adesso il gruppo della Columbia University di New York guidato da Antonio Iavarone ha ricostruito la sequenza di eventi che 'accende' le centraline energetiche dei tumori.

"Da circa due anni sono partite delle sperimentazioni di farmaci capaci di inibire l'attività dei mitocondri nelle cellule malate", ha detto all'ANSA Antonio Iavarone, della Columbia University. Questi primi test indicano, per esempio, che farmaci finora diretti contro altre malattie, come il diabete, possono diventare degli antitumorali. Adesso, però, i nuovi risultati permettono di andare oltre: "è stato identificato - ha proseguito Iavarone, il segnale molecolare che attiva i mitocondri", ossia la proteina che nasce dalla fusione di altre due proteine, FGFR3 e TACC3.


(Fonte: Iavarone Lab, Columbia University Medical Center)

"Sperimentazioni di farmaci che bloccano la proteina di fusione FGFR3-TACC3 sono in corso in Francia", ha aggiunto. "Questa ricerca permette per la prima volta di usare i farmaci di questo tipo in modo preciso, con una sorta di 'personalizzazione metabolica', ossia diretta a quelle particolari forme di tumore che dipendono da un particolare metabolismo". Questo richiede naturalmente la conoscenza precisa delle caratteristiche molecolari del tumore di ciascun paziente. 

A queste due strade se ne aggiunge una terza: "il prossimo passo - ha rilevato Iavarone - è utilizzare insieme gli inibitori del metabolismo mitocondriale e gli inibitori della proteina di fusione". Esperimenti del genere sono in corso sui topi e l'obiettivo è dimostrare la sinergia dei due tipi di farmaci. La speranza è poter sperimentare questi nuovi approcci sull'uomo anche in Italia, ma attualmente non sembra facile: "di solito i tumori operati non vengono congelati e conservati". Questo passaggio è infatti indispensabile per poter condurre analisi molecolari e ottenere in questo modo un identikit di ciascun tumore che permetta di combatterlo nel modo più efficace. Puntare al 'cuore molecolare' dei tumori è diventata ormai la strategia vincente ed è indispensabile avere tutti gli strumenti che permettano di realizzarla.

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