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Gestione dei rifiuti in Sicilia, il disco rotto

In tema di rifiuti da vent’anni siamo costretti ad ascoltare sempre la stessa musica: i roboanti annunci della politica, le promesse sull’arrivo di magnifiche sorti e progressive. E la Sicilia è invece ancora all’età della pietra, ovvero della discarica. Sono passati sotto i ponti sia governi di centrodestra che di centrosinistra e siamo andati avanti ugualmente con soluzioni-tampone e identici fallimenti. Ogni volta che si è presentato un allarme rifiuti nell’Isola, tutto si è risolto non programmando una via d’uscita definitiva ma semplicemente dando il via libera allo sfruttamento più intensivo (e all’ampliamento) delle discariche esistenti.

I risultati: l’enorme quantità di immondizia che viene ancora smaltita scavando un buco nel terreno a Bellolampo e altrove (oltre l’80% del totale in Sicilia, in Friuli e Lombardia è invece appena il 4%, in Veneto il 10%); l’impressionante numero di enti gestori coinvolti (433) per via del fallimento della riforma degli Ato e delle Srr e dei conti in rosso dei Comuni; la montagna di debiti accumulati dalla gestione in corso (poco meno di due miliardi di euro).

Non solo: sono rimasti pochi gli impianti di compostaggio entrati in funzione a fronte dei 47 previsti, niente termovalorizzatori, circa 200 milioni di fondi Ue persi per l'assenza del nuovo piano, decine di milioni di euro di multe da pagare all'Europa per la mancata bonifica di alcune discariche che sono diventate bombe ecologiche. Madamina, il catalogo è questo. Il nuovo governo che si è appena insediato ha la prima emergenza da affrontare.

E ieri il presidente Nello Musumeci ha sottolineato i punti della sua road map: tra pochi mesi il sistema andrà in tilt, a cominciare da Bellolampo. Occorre quindi subito portare all'estero i rifiuti, poi ampliare le discariche e aumentare la differenziata, ad aprile varare una nuova legge di riforma, creare alcuni piccoli termovalorizzatori sicuri dal punto di vista ambientale. A Palazzo Chigi vengono chiesti poteri speciali per intervenire celermente. E' un piano articolato in varie tappe e non si può che dare credito ad una amministrazione che si è appena messa al lavoro di fronte a una situazione drammatica.

Meravigliano le critiche arrivate dal centrosinistra che ha lasciato trascorrere una intera legislatura senza affrontare l'emergenza con soluzioni definitive ma solo con una deroga dopo l'altra e contando sulla pazienza di Roma. Eppure non possiamo nascondere una certa delusione dopo la conferenza stampa di Musumeci di ieri: aumentare la differenziata, chiedere poteri speciali, ampliare le discariche...tutta musica già sentita. Ci aspettavamo un colpo d'ala, una programmazione più immediata e di ampio respiro.

Che quella dei rifiuti fosse la prima emergenza della Sicilia era d'altronde un problema ben noto prima ancora dell'avvio della campagna elettorale. Perché non chiedere per tempo ai maggiori esperti europei cosa fare? Per quanto riguarda la differenziata, una riflessione è d'obbligo: il Centro-Nord ha impiegato venti anni per arrivare alle attuali meritorie percentuali. Programmare una impennata della raccolta dalle nostre parti in pochi mesi è semplicemente irrealizzabile.

Capitolo termovalorizzatori: più volte abbiamo descritto come si tratti di impianti moderni, sotto costante controllo per le emissioni, che si trovano persino nel centro di grandi città e capitali in Italia e all'estero. Assicurano energia a basso costo, facendo diventare l'immondizia una ricchezza in buona parte del mondo occidentale. Se si rifiuta questa strada per un pregiudizio ideologico, occorre proporre delle alternative in grado di arrivare allo stesso risultato economico con una ottimale gestione dello smaltimento dei rifiuti. E se non si è in grado di realizzare una alternativa per insufficienza progettuale o per manifesta incapacità, allora è bene dare il ruolo di commissario a un uomo dello Stato con pieni poteri e senza tanti lacci e lacciuoli con il mondo della politica. Verificheremo le tappe della road map annunciata ieri dal presidente Musumeci per scongiurare l'allarme ed evitare di ritrovarsi di nuovo tra i cumuli di spazzatura in tutta l'Isola. Nella speranza che agli annunci seguano i fatti. E che quella che abbiamo ascoltato ieri non sia come la musica di un disco rotto.

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