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Ex Province, c'è la proroga di un mese per i commissari: poi le nuove nomine

PALERMO. Arriva ufficialmente la proroga per i commissari delle ex Province che resteranno in carica per un altro mese. A firmare i decreti l'assessore regionale alle Autonomie locali, Bernardette Grasso.

Ma è solo la prima tappa di una manovra che vedrà il traguardo a giugno. L'obiettivo del governo Musumeci infatti è indire le nuove elezioni e ridar vita così alle vecchie Province. I vecchi commissari sono scaduti ieri e quindi è stato necessario un provvedimento di urgenza in attesa di nuove nomine.

E' infatti inevitabile che l’asse Forza Italia-Musumeci spazzi via il vecchio assetto disposto da Crocetta e si suppone che nessuno dei commissari uscenti venga riconfermato. Le nuove nomine dureranno fino a fine giugno.

Come si legge in un articolo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia oggi in edicola. finora la scelta è caduta su funzionari della Regione, per lo più in pensione, ma la platea dei prescelti potrebbe diventare più vasta e comprendere anche segretari generali degli enti locali, dirigenti statali e altre figure. I nuovi commissari si insedieranno solo nei sei Liberi Consorzi (Agrigento, Enna, Caltanissetta, Siracusa, Ragusa e Trapani) mentre nelle tre città metropolitane saranno in vigore altri due assetti diversi. A Palermo e Catania sono da poco tornati in sella i vecchi sindaci metropolitani, Orlando e Bianco, che però hanno il ruolo di vertice politico ma convivono con un commissario che sostituisce i mai nati consigli metropolitani.

Ma se a Palermo e Catania i due sindaci metropolitani sono tornati in sella grazie al Tar, che ha ribaltato le ultime decisioni di Crocetta, a Messina questo non è avvenuto: Renato Accorinti non ha fatto ricorso contro la scelta di commissariare la città metropolitana dello Stretto e dunque lì resta un commissario (Francesco Calanna). Dunque le ex Province saranno così regolate: nuovi commissari a Enna, Agrigento, Trapani, Siracusa, Ragusa e Caltanissetta, vecchio commissario a Messina e sindaci metropolitani privi di reali poteri a Palermo e Catania. Una situazione che resterà tale almeno fino all’estate, quando si pronuncerà la Consulta. La giunta vorrebbe che le ex Province tornino all'elezione diretta di presidenti e consiglieri così come ha deciso l'Assemblea siciliana con la legge dello scorso 8 agosto, tra l'altro impugnata dal governo nazionale perché in contrasto con la legge Delrio.

Come primo atto del nuovo governo, Musumeci ha infatti deciso di proporre ricorso alla Consulta contro l'impugnativa del governo ma al momento sul tappeto c'è l'ordinaria amministrazione di questi enti che sono commissariati da cinque anni e qualcuno anche da sei.

 

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