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La parola "Gesù" sostituita con "Perù" in una canzone per non turbare i bambini stranieri

ZOPPOLA. Colpa o non colpa, la scelta della maestra della scuola primaria del piccolo centro di Zoppola (Pordenone) che per non urtare la suscettibilità degli alunni stranieri, islamici in particolare, ha sostituito in una canzoncina di Natale la parola Gesù con la assonante Perù, ha due punti fermi: una premura eccessiva da parte della stessa maestra e l’inatteso e non voluto polverone mediatico-politico.

La vicenda sarebbe passata sicuramente inosservata se due fratellini della terza durante il pranzo di Natale, non avessero canticchiato la canzoncina 'Minuetto di Natale' imparata a scuola, e i genitori non si fossero accorti della singolare sostituzione.

«Non è giusto cambiare così il nome di Gesù», ribattono oggi dopo che hanno scatenato una polemica che subito è finita sui social. Dalle varie piattaforme informatiche sono piovute critiche di ogni genere e tono addosso alla maestra. Critiche che la dirigente scolastica, Armida Muz, è giusto riuscita a schivare sostenendo di «non essere d’accordo con simili scelte», di «non essere stata al corrente» e di aver richiamato verbalmente la maestra la quale «ha ammesso di aver sbagliato ed è dispiaciuta.

Probabilmente la vicenda sarebbe finita lì, sulle pagine di un quotidiano locale o nelle discussioni di un bar di provincia, ma i social e la rabbia dei genitori hanno ampliato la vicenda fino a spostarla sul piano politico. Dunque, proprio da Facebook, la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, tuona: «Roba da matti: ormai il politicamente corretto ha superato ogni limite di decenza ed è diventato grottesco e ridicolo».

La parlamentare di Forza Italia e coordinatrice in Fvg Sandra Savino è ancora più tagliente: «Non c'è forma di violenza, arroganza, prepotenza peggiore di quella ammantata di buoni propositi» e sottolinea la «gravità estrema» della vicenda. Tuttavia, anche chi ha «sempre lavorato per la integrazione», come il vicepresidente della Regione Fvg e prossimo candidato alla presidenza, Sergio Bolzonello, distingue che il rispetto «non significa cancellare le nostre tradizioni, semmai farle conoscere» e che «situazioni simili non possono essere accettate». E, citando la strage di copti in Egitto e lo "stillicidio di vittime che colpisce i cristiani soprattutto dove sono minoranza religiosa», anche per la presidente Fvg, Debora Serracchiani, «appaiono quantomeno fuori luogo iniziative che tendono ad autosopprimere espressioni tradizionali in cui i cittadini si riconoscono da secoli e che comunque non possono essere in alcun modo lesive della libertà e della sensibilità di alcuno». Nessun riferimento esplicito, ma il messaggio è ugualmente chiaro.

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