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Sì all'esercizio provvisorio per 3 mesi: ma sul voto all'Ars scoppia la protesta

PALERMO. Il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè ha ritenuto valida la votazione sul disegno di legge sull'esercizio provvisorio, che sarà in vigore fino al 31 marzo. Per Miccichè, infatti, il numero legale sarebbe da calcolare in base alla presenza dei deputati in aula rilevata dai tesserini inseriti negli scranni e non dal voto effettivo del parlamentare.

Oggi la soglia del numero legale era di 33 deputati. In base a questa interpretazione il presidente non ha tenuto conto che i voti erano 31, ma ha considerato i 60 tesserini inseriti dall'inizio della seduta. "Quindi per quel che mi riguarda, facendo riferimento anche dei precedenti al Parlamento nazionale, la votazione è in numero legale. E il ddl è approvato", ha detto.

"La presenza è un conto - ha aggiunto Miccichè - ma il numero di persone che votano è un'altra cosa". Un'ora prima della ripetizione del voto la soglia era sempre di 33 deputati, i votanti sono stati 32 e il presidente Miccichè aveva rinviato la seduta per "mancanza del numero legale". Dopo la decisione del presidente dell'Ars ci sono state forti proteste in aula da parte delle opposizioni.

Subito dopo il voto sull'esercizio provvisorio e la contestata decisione del presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè di ritenerne valido l'esito le forze di opposizione all'Ars, PD e Movimento 5 Stelle, hanno tenuto una improvvisata conferenza stampa a Palazzo dei Normanni. "Ci sono precisi riferimenti regolamentari che sono stati calpestati - ha detto il vicepresidente dell'Ars Giancarlo Cancelleri - questo significa imbavagliare le opposizioni, ci è stato fatto uno sgambetto. Non si è mai visto che la presenza in aula venga determinata dal numero dei tesserini, è sempre stata calcolata dal numero dei voti, tanto è vero che quando si effettua la verifica del numero legale si chiede di votare con uno dei tre tasti: il rosso, il verde o il bianco".

"Dopo il voto - ha proseguito l'esponente 5 Stelle - Musumeci se ne è andato con la testa bassa e la coda fra le gambe per quello che aveva combinato Miccichè. Quello che è successo è inaccettabile e oltretutto ha coperto il vero dato politico: non c'è un maggioranza". PD e Cinque Stelle hanno chiesto la convocazione della commissione per il regolamento dell'Ars.

"Questo presidente non è degno di rappresentare il Parlamento più antico d'Europa - ha detto il capogruppo PD Giuseppe Lupo, seduto accanto al grillino Cancelleri - il presidente Musumeci si deve fare carico di una adeguata conduzione dei lavori parlamentari, perché anche il governo ha interesse a garantire le regole democratiche interne all'Ars. Quello che è accaduto oggi non ha precedenti a Sala d'Ercole, è di una gravità inaudita". "La maggioranza è morta al primo voto della legislatura - ha concluso Lupo - e questo succede il giorno dopo le dimissioni di Figuccia".

Alle polemiche risponde Alessandro Aricò, presidente del gruppo parlamentare Diventerà Bellissima all'Ars. “Nel corso del voto finale d'aula per l'approvazione dell'esercizio finanziario provvisorio, un atto dovuto che assicura continuità alla spesa pubblica regionale, abbiamo assistito a polemiche sterili da parte dei deputati di opposizione che pretendevano di essere considerati assenti quando invece, e li abbiamo visto tutti, erano ben presenti a Sala d'Ercole". E ancora: "Non capiamo a chi può giovare un tale atteggiamento di ostruzionismo in considerazione del fatto che l'esercizio provvisorio è un atto dovuto che assicura il funzionamento della Regione e che sblocca le risorse finanziarie, come ad esempio quelle per i disabili gravi che in questo trimestre hanno bisogno di cure inderogabili, unitamente ad altre categorie come i precari degli enti locali. I siciliani si aspettano ben altro dal Parlamento siciliano, e cioè abbandonare i vecchi tatticismi per lavorare per lo sviluppo e le fasce più deboli, pur nel rispetto delle posizioni politiche tra maggioranza e minoranza”.
Ma è lo stesso Miccichè a replicare alle critiche: "Ai fini della determinazione del numero legale ho studiato e mi sono rifatto alla prassi parlamentare utilizzata durante la XVIII legislatura dal presidente della Camera Luciano Violante che, per il calcolo del numero legale, considerava presenti in Aula anche coloro che non avevano attivato il dispositivo elettronico. Un'interpretazione che ha capovolto la linea di ragionamento utilizzata fino a quel momento". Poi spiega:"Secondo gli osservatori, il voto elettronico è uno strumento del quale le opposizioni abusano per far mancare il numero legale nei momenti più importanti".

"Ho rispettato pienamente il regolamento dell'Ars che per la validità della votazione prevede l'obbligatorietà della presenza del 50% più 1 dei deputati. I presenti erano 60, l'Aula era quindi in numero legale. Hanno espresso il voto favorevole in 31", ha spiegato Miccichè. "La decisione è stata assunta nel solco di autorevoli precedenti parlamentari e segnatamente della Camera dei deputati - ribadisce Miccicchè -. Apprezzai, durante la XIII legislatura, il comportamento del presidente Luciano Violante che, per evitare di far decadere un importante decreto, utilizzò lo stesso sistema per il calcolo della maggioranza dei presenti. Violante considerò presenti in Aula anche coloro che non avevano attivato il dispositivo elettronico. Nello stesso modo si è proceduto oggi a Sala d'Ercole".

 

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