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Milan in ritiro fino a data da destinarsi: salta la cena di Natale

MILANO. Alta tensione in casa Milan. Dopo cinque mesi di affanni, brutte figure in campo e un cambio in panchina, è il momento del ritiro anti-crisi. La squadra da domani pomeriggio passerà giorno e notte a Milanello «fino a data da definirsi», ha annunciato il club. Quasi un avviso ai naviganti per chiarire che il provvedimento potrebbe proseguire a oltranza senza una reazione sabato nella sfida diretta con l’Atalanta, seguita due giorni dopo Natale dal derby contro l’Inter che vale un posto in semifinale di coppa Italia, e dall’ultimo impegno del 2017, il 30 dicembre a Firenze.

Ieri l’ambiente rossonero era particolarmente agitato dopo i tre gol subiti a Verona, all’indomani è stata annullata la cena di Natale prevista in serata fra la squadra e la dirigenza, e poche ore dopo è stato annunciato il ritiro. Ci sarà tempo di confrontarsi a Milanello, e da festeggiare c'è poco. Negli ultimi dieci giorni dell’anno il Milan si gioca gran parte delle ultime chance di poter ancora dare un senso alla stagione, resa drammatica da un campionato con 7 sconfitte, 7 vittorie e 3 pareggi, nonché dalle questioni societarie (dopo il 'nò al Voluntary Agreement, domani la Uefa in conference call consulterà la Covisoc per verificare come il Milan si conforma alle regole del fair play finanziario della Federcalcio) e, da ultimo, dal caos attorno a Gianluigi Donnarumma.

Il cambio in panchina di tre settimane fa non ha invertito i risultati. Vincenzo Montella non era il problema principale, e Rino Gattuso non ha ancora rivitalizzato una squadra fin qui poco logica e priva di identità, costruita con una campagna acquisti messa in fretta in discussione dal rendimento. I 5 punti raccolti nelle ultime 5 giornate sono una miseria, considerando che i rossoneri sono l’unica squadra che non ha vinto contro il fanalino di coda Benevento, e la seconda (dopo il Benevento) a perdere in casa del Verona penultimo in classifica.

Per la società non è il caso di parlare di dignità persa (lo ha messo in chiaro nei consueti commenti alla rassegna stampa sul sito), ma la figuraccia del Bentegodi rischia di essere un punto di non ritorno. Per questo Gattuso ha proposto la soluzione del ritiro dopo il lunedì di riposo, condivisa nell’incontro del pomeriggio a Casa Milan con l’ad Marco Fassone e il ds Massimiliano Mirabelli. Ora società, allenatore e squadra devono uscire insieme dalla crisi. Il provvedimento serve a isolare il gruppo dalla bufera che soffia fuori e allo stesso tempo per metterla di fronte alle proprie responsabilità: deve compattarsi e dare di più, dopo il cambio di preparatore atletico, allenatore e modulo tattico, non ci sono più alibi.

L’appuntamento è a Milanello alle 14.30, con la speranza che questo ritiro anti-crisi funzioni meglio dell’ultimo, voluto a inizio aprile del 2016 da Sinisa Mihajlovic, come extrema ratio dopo la sconfitta con l’Atalanta, quarta partita di fila senza vittorie (due pareggi e due ko) per preparare al meglio la sfida successiva con la Juventus. Finì 2-1 per i bianconeri e dopo pochi giorni il serbo fu esonerato.

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