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Marchionne: "Se la F1 diventa formula Nascar la Ferrari va via"

MARANELLO. "La gente ci prende sul serio, sa che se diciamo una cosa la facciamo. A chi pensa che stiamo bluffando non consiglierei di andare a vedere", avverte Sergio Marchionne. Indicando una via d'uscita a Liberty Media, la società che ha rilevato la F1 e che pure ammette che sta offrendo un spettacolo noioso.

"Se le macchine diventano tutte uguali, modello Nascar, se le piste sono tutte o quasi noiose, se prima di discutere argomenti più importanti come la libertà di disegnare una macchina si pensa di togliere le donne dalla griglia di partenza, come ha detto Ross Brawn alla Bbc, il bello è che la Ferrari ci mette un minuto ad andarsene".

Il presidente e Ad di Ferrari, nel pranzo per lo scambio degli auguri con la stampa specializzata chiarisce: mica la Ferrari vuole andarsene. Lo farà solo se costretta: "Liberty Media per ora ha un voto appena sufficiente, credo stia imparando. La cosa che mi dà più fastidio è che una persona di esperienza come Ross Brawn (l'ex Dt del Cavallino ora tra i manager della società che ha rilevato la F1, ndr) stia cercando un indirizzo che non ha molto del Dna di questo sport. Devono calibrare i loro interessi con i nostri, ma credo che arriveremo in tempo ad evitare il divorzio della Ferrari dalla F1. Il primo anno con loro è stato un po' una luna di miele. Una luna di miele da 6".

Cosa servirebbe per rilanciare lo show? "La libertà di progetto. Ci dicano che gomme vogliono, che cilindrata. Ma poi ci lascino liberi di disegnare le macchine senza dirci di che misure devono essere le alette. Magari si concepirà un obbrobrio ma renderemmo le gare più divertenti come 20 anni fa".

Arrivabene insiste: "A Montecarlo c'erano uomini in griglia, ricordarlo a Ross lo aiuterebbe a vedere le cose in maniera meno di parte. Ci sono argomenti più complessi di cui dovrebbe occuparsi: farsi domande sull'appiattimento delle gare e su come sono stati disegnati alcuni circuiti, tipo Abu Dhabi, che possono offrire pochissimo spettacolo. Perché ce n'è di più nei circuiti storici, e quelli non li abbiamo disegnati noi". "Infatti - aggiunge Marchionne - Sono favorevolissimo alla parità di genere. Ma la soluzione è semplicissima. In griglia ci si metta una donna e un uomo, ma di che stiamo a discutere? Servono sorpassi, macchine diverse, spettacolo. Senza, la Ferrari farebbe una cosa sola: andarsene".

Per incidere sul futuro, serve vincere: "Se parli da secondo conti meno". Per questo Ferrari vuole interrompere il trend e battere Mercedes nel 2018. Dopo un 2016 disastroso, l'avvio del 2017 sembrava portare al titolo. Ma da Monza in poi c'è stata una debacle: "Senza gli errori delle gare asiatiche, Vettel avrebbe vinto il campionato. No, non sono affatto pentito di Raikkonen. Se troviamo la vite giusta, Kimi va da dio. Il problema è che bisogna trovarla. Sarebbe un peccato finire la sua carriera senza dimostrare che è un grandissimo".

Vettel non è un po' emotivo? "Non leggo fragilità in quei moti di rabbia. Piuttosto carattere. Credo che Sebastian sia un po' meridionale, emozionale. Ha dimostrato però che studia molto se stesso. Nel 2018 credo che la sua componente meridionale non la vedremo, ha imparato. Nel 2017 gli abbiamo dato una gran macchina e ora abbiamo fatto esperienza per non ripetere gli errori di quel mondiale. D'ora in poi sa che tocca a lui".

Marchionne rivela un altro possibile passo della sua strategia. Dopo il rientro di Alfa Romeo con Sauber motorizzata Ferrari, c'è spazio per un rientro anche di Maserati in F1: "Una possibilità c'è. Ma in realtà no. Per ora è un piano che ho nella testa. Intanto bisogna vedere come va con l'Alfa, esporre due macchine insieme penso sia una cosa da non fare". Intanto l'Alfa farà esperienza "ma in pochi anni svilupperà da sé la propria vettura. Ha competenze e tecnologie per fare da sé". Il mondiale Ferrari comincerà via web il 22 febbraio, quando presenterà la nuova monoposto. A differenza dello scorso anno la vettura non scenderà in pista a Fiorano lo stesso giorno ma la domenica successiva a Barcellona per il "Filming day".

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