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Call-center, approvata stretta anti-delocalizzazione: primo ok della Camera

ROMA. Torna la stretta anche per i call center 'fai da te', quelli interni alle aziende. La commissione Bilancio della Camera ha approvato una serie di emendamenti gemelli alla manovra che prevedono che tutte le società, anche quelle che non esternalizzano, dovranno tornare a dichiarare a
inizio chiamata da quale Paese arriva la telefonata.

«E' un’ottima notizia il passo indietro del governo che terrà in piedi l’obbligo di iscrizione al registro degli operatori della comunicazione e a dichiarare subito il luogo in cui si trova l’operatore stesso per i call center interni alle imprese. Si tratta di una norma pericolosa, introdotta dalla maggioranza che si è resa conto in ritardo dell’errore commesso», dicono i deputati M5s della commissione Trasporti e Telecomunicazioni.  «Il via libera all’emendamento Liuzzi migliora certamente il testo, riportando buon senso in un settore che non merita ulteriori ambiguità. Adesso speriamo che la maggioranza non faccia altri scherzi durante l’approdo in Aula».

«Esprimiamo soddisfazione e apprezzamento per la decisione della Commissione Bilancio della Camera di cancellare la norma che avrebbe escluso i call center interni alle imprese dagli obblighi non solo di iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione, ma anche di dichiarare a inizio telefonata l’ubicazione geografica dell’operatore», dichiara Paolo Sarzana, presidente di Assocontact, l’Associazione che rappresenta le società che gestiscono servizi di Contact Center.

 

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