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L'esplosione in Austria, riparte il flusso di gas dalla Russia verso l'Italia

ROMA. Un’esplosione ad un impianto di gas in Austria rievoca lo spettro di vecchie crisi, con il rinnovarsi dei timori sulla garanzie delle forniture e sulla complessiva tenuta del sistema. Rialimenta lo scontro fra il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, e il governatore della Puglia, Michele Emiliano, con questa volta il Tap sullo sfondo.

Nella mattinata di ieri nell’impianto di distribuzione del combustibile a Baumgarten an der March, vero e proprio snodo europeo del gas, un’esplosione ha coinvolto decine di dipendenti e uno ha perso la vita.

Il flusso del metano sul gasdotto Tag, il Trans Austria Gas Pipeline che porta il gas russo in Italia attraverso il Tarvisio, è stato immediatamente interrotto e il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, ha annunciato l’altrettanto immediata proclamazione dello stato di emergenza, chiamando in causa la fragilità del sistema italiano degli approvvigionamenti: «se avessimo il Tap, non dovremmo dichiarare l’emergenza per questa mancanza di fornitura». Il flusso di gas verso l'Italia verrà riattivato nelle prossime ore.

Il gruppo Snam aveva già evidenziato come dopo l'incidente il «flusso di importazioni di gas dalla Russia è stato temporaneamente interrotto», ma «la sicurezza del sistema italiano è garantita dagli stoccaggi». Depositi che 'valgono' 12 miliardi di metri cubi (possono salire a 17 con le riserve strategiche) e che hanno garantito la sicurezza del sistema nelle precedenti crisi del 2006 e del 2012, generate in entrambi i casi dalle difficoltà di approvvigionamento dal fronte russo.

Non mancano però le ripercussioni immediate sul fronte italiano e riguardano principalmente l’andamento del prezzo: l'a.d. di Eni, Claudio Descalzi, ha spiegato che «non c'è allarmismo tra gli operatori» per la sicurezza ma «il gas sta salendo di prezzo» e quanto salirà ancora dipende anche «da quanto durerà il problema».

Non a caso ieri il prezzo all’ingrosso in Italia è quasi raddoppiato dopo il blocco della fornitura. Quanto successo, infatti, si inserisce «in uno scenario che porta ad un aumento generalizzato dei prezzi», legato alla congiuntura economica che alimenta la ripresa dei consumi, dall’arrivo delle temperature fredde ma anche dalla notevole dipendenza dell’Italia al gas importato. Una fragilità endemica, che arriva da lontano, «e che può essere sconfitta con la diversificazione attraverso Ing e pipeline».
Diversificazione in cui rientra appunto il Tap, che dovrebbe sbarcare sulle coste pugliesi fra le rimostranze degli enti locali.

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