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Filmati, testimonianze e sguardi storici: a Palermo un museo virtuale sui miti dello Stretto di Messina

PALERMO. Filmati storici, testimonianze letterarie, sguardi storici e artistici sui miti dello Stretto di Messina.

C'è tutto questo nel museo multimediale promosso dalla Sovrintendenza del mare. Il progetto «Orion. Scilla e Cariddi il mito del mare», ideato e curato da Sergio Palumbo saggista e giornalista, sarà presentato venerdì all’Arsenale della Marina Regia a Palermo.

Il museo ha otto sezioni (mitologia, scienze naturali, letteratura, religione, etnoantropologia, arte e architettura, storia, geografia sociale).

Ciascuna sezione tematica ha una o più sale in cui, come in una classica pinacoteca, si trovano quadri con brevi filmati, immagini, testi. Si possano ascoltare musiche, effetti sonori e brani di poesia e prosa letti da attori.

«Orion» utilizza materiale d’archivio con filmati girati in più di vent'anni su vari aspetti del microcosmo dello Stretto: da tradizioni etnoantropologiche a riti marinareschi, da eventi naturali straordinari a testimonianze letterarie come quelle degli scrittori Stefano D’Arrigo, Vincenzo Consolo ed Eugenio Vitarelli.

Alcuni dei filmati contengono interviste e simulazioni audiovisive che rappresentano aspetti particolari della vita marinara dello Stretto di Messina: dallo spiaggiamento dei pesci abissali alla ricostruzione dell’antica caccia al pescespada con il «luntro», dal ritrovamento di reperti fossili tra le montagne di sabbia del pleistocene alla scoperta dei tesori nascosti tra i fondali dello Stretto di Messina.

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