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Slitta l'esperimento Sox, nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso

Slitta per un ritardo nella consegna del rivelatore l'avvio dell'esperimento Sox, al centro di dure polemiche circa la sicurezza legata all'uso del combustibile radioattivo che alimenta il rivelatore. Lo rende noto l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), riferendosi alla riunione avvenuta a Mosca per verifiche tecniche relative all'avanzamento del progetto Sox.

Vi hanno preso parte a Mosca rappresentanti della collaborazione Sox (Short distance Oscillations with boreXino), del Commissariato francese per l'energia atomica (Cea) proprietario della sorgente, dell'Infn e dell'associazione russa che produce il materiale nucleare, Pa Mayak.

Durante l'incontro, rileva l'Infn, è emerso che i produttori della sorgente stanno incontrando difficoltà tecniche a garantire gli standard scientifici richiesti. "Attualmente - prosegue l'Infn - la sorgente non è in grado di produrre il numero di antineutrini necessario per il progetto Sox e dunque non è idonea per i fini scientifici dell'esperimento". Al momento non è possibile quantificare il ritardo.

Obiettivo dell'esperimento è verificare o meno l'esistenza delle particelle chiamate 'neutrini sterili', la cui scoperta potrebbe aprire una nuova pagina della fisica. Per questo è necessario avere il rivelatore di antineutrini, prodotti dal decadimento della sostanza radioattiva Cerio 144. Questa sarà sigillata in una doppia capsula di acciaio, a sua volta schermata da uno scudo di tungsteno di oltre 2,4 tonnellate e dello spessore di 19 centimetri per impedire ai raggi gamma, prodotti con i neutrini, di disperdersi all'esterno.

L'esperimento Sox prevede il lavoro in tandem con l’esperimento Borexino, il più sensibile rivelatore di neutrini e antineutrini al mondo, in attività dal 2007 nei Laboratori sotterranei del Gran Sasso dell’Infn,

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