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'Capriccio e Natura', le Marche del '500

MACERATA - 'Capriccio e Natura: Arte nelle Marche del secondo Cinquecento' è una mostra che coglie l'occasione del temporaneo trasferimento ai Musei civici di Palazzo Buonaccorsi dei dipinti della Chiesa di Santa Maria delle Vergini a Macerata per un ripensamento completo di quel cantiere e del suo ruolo nell'arte delle Marche alla fine del XVI secolo. Facendo luce su un momento di snodo nella storia dell'arte regionale, la mostra, che si inaugura il 15 dicembre e resterà aperta fino al 13 maggio 2018, tiene i riflettori puntati sui valori di un territorio caratterizzato da un'altissima presenza diffusa di beni artistici e di opere architettoniche di eccezionale pregio e interesse, gravemente colpito dal sisma del 2016 e che dovrà essere oggetto di una graduale e integrale restituzione.
    Nel Cinquecento Loreto riverberava in tutte le Marche un linguaggio aggiornato sulle più interessanti novità romane e la Chiesa delle Vergini di Macerata è uno degli esempi, pressoché integri, di complesso decorativo che va ben oltre il pontificato del papa marchigiano Sisto V Peretti (1585-1590).
    Un panorama vivacissimo, proiettato sullo sfondo di una fase di profondi mutamenti che vanno dalla "Maniera" alla "Natura" appunto, documentando protagonisti e comprimari, in pittura e scultura: da Taddeo e Federico Zuccari, da Federico Brandani a Barocci, dall'eccentrico Andrea Boscoli al Tintoretto fino ormai al Seicento del Cavalier D'Arpino e di Baglione, con al centro la figura chiave della scena artistica in città tra il 1560 e il 1590, Gasparre Gasparrini e il suo più importante allievo Giuseppe Bastiani, campione della cultura sistina nel maceratese. La mostra, curata da Anna Maria Ambrosini e Alessandro Delpriori, fa parte del progetto biennale della Regione 'Mostrare le Marche', dedicato alla valorizzazione delle culturale delle aree colpite dal terremoto. (ANSA).
   

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