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Formazione professionale, Lagalla: rivoluzione nel settore, stop a sprechi

Roberto Lagalla

PALERMO. Applicare un modulo più «offensivo» per provare a vincere la complicata «partita» dell’occupazione in Sicilia: sono pronti a mettere in campo una nuova formazione professionale il presidente della Regione Nello Musumeci e il neo assessore Roberto Lagalla. L’ex rettore sorridendo fa notare che sta studiando moltissimo in questi giorni «per conoscere bene il sistema e ascoltarne i rappresentanti».

Poi avverte: «Basta corsi di formazione inutili e soldi buttati per creare disoccupati – afferma Lagalla -. È finito il tempo dei corsi decisi dagli enti. Decideremo con esperti, rappresentanti di categoria e con le imprese quali figure professionali servono davvero e formeremo i giovani per questi profili» annuncia l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale. Le prime indicazioni non tardano ad arrivare: «Stop a estetisti e parrucchieri – sottolinea – dobbiamo puntare su corsi legati a turismo, energie rinnovabili e artigianato. Occorre formare le figure chieste dal mercato come falegnami, impiantisti ed ebanisti». Ma Lagalla puntualizza: «Sono solo alcuni esempi, perchè il quadro completo verrà fuori da un confronto con le imprese e il mercato del lavoro per organizzare corsi che diano sbocchi occupazionali concreti».

I corsi fermi da due anni. Intanto i corsi però vanno sbloccati. La lezioni infatti sono ferme da ben due anni ormai. La data che dovrebbe essere campale per la ripartenza è il 19 dicembre quando la Corte dei Conti dovrebbe dare o meno il via libera ai decreti di finanziamento agli enti destinatari dei fondi dell’avviso 8, il maxi bando per i corsi rimasti al palo tra ricorsi, battaglie legali e procedure burocratiche. E anche su questo Lagalla si dice pronto: «Si dovrà ripartire in ogni caso. C'è pure un piano alternativo che prevede altri corsi da far partire per tutelare corsisti e personale dopo uno stop così eccessivo». Per l’assessore sono inaccettabili gli errori commessi in passato in fase di programmazione di bandi e corsi: errori che hanno provocato falle nel sistema e portato a ricorsi e contro ricorsi, rimarca l’ex rettore. «Nella programmazione futura - spiega - si farà molta attenzione a ogni singolo punto dei bandi».

La nuova formazione. «Il comparto va rivisto profondamente» avverte Lagalla scandendo con determinazione le parole. «Incontrerò tutti i rappresentanti delle categorie coinvolte - aggiunge -. E sarà garantita la tutela occupazionale degli operatori prevedendone, laddove servisse, una precisa riqualificazione». L’ex rettore detta la linea da seguire concordata con il presidente: «La linea di condotta guarda all’istruzione scolastica, alla qualificazione universitaria e alla formazione professionale come un unico percorso per raggiungere sbocchi professionali lavorando in sintonia con scuola e università». Lo stesso presidente Musumeci ha più volte ribadito che «occorrerà tornare a investire con oculatezza creando una agenzia regionale che individui analiticamente i fabbisogni formativi, di concerto con il ministero del Welfare, e che scelga di intraprendere azioni mirate per le politiche lavorative». Per Musumeci «il sistema formativo, deve essere “a sportello": l’utente deve scegliere tra gli operatori accreditati e la Regione non deve finanziare più gli enti accreditati ma direttamente le persone fisiche o le aziende».

L’odissea dell’Avviso 8. Negli ultimi mesi la Regione è uscita più volte sconfitta nei ricorsi con cui vari enti esclusi dal finanziamento dei corsi chiedevano la riammissione. L’assessorato è stato condannato a rivedere la graduatoria almeno per la parte che riguardava i singoli enti coinvolti nel ricorso. A novembre il Cga ha accolto pure la richiesta di sospensione presentata da alcuni enti esclusi dall’avviso 8. Ricorsi che erano stati rigettati dal Tar in primo grado perché gli enti esclusi, secondo i giudici amministrativi, non avevano tutti i requisiti necessari. Secondo i ricorrenti si sarebbero dovuti bloccare subito tutti gli accreditamenti già effettuati dalla Regione. Ma l’allora assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano aveva ribattuto che le procedure andavano avanti: «Non c’è alcun blocco». E il dirigente generale, Gianni Silvia aveva assicurato: «L’iter per i corsi degli enti già accreditati può proseguire. I decreti di finanziamento sono al vaglio della Corte dei Conti e appena ci sarà il via libera, potranno partire i corsi». Quanto ai ricorrenti al Cga, secondo Silvia «ci sono i fondi necessari. Metteremo da parte anche quelli necessari per il loro eventuale accreditamento. Appena ci sarà l’udienza con la pronuncia di merito vedremo cosa decideranno i giudici. E se venisse accolto il loro ricorso faremo i decreti anche per il loro accreditamento».

Corsi e... ricorsi. Il Cga con diverse ordinanze ha sospeso l’avviso 8. In attesa del merito del Tar è stata sospesa l’efficacia della circolare con la quale l’assessorato aveva modificato i criteri utilizzati per redigere le graduatorie degli enti partecipanti. La modifica delle graduatorie, effettuata due volte, doveva servire a rispondere proprio ai criteri in base ai quali il Tar aveva sospeso l'efficacia dell'Avviso. Le modifiche per stilare le nuove graduatorie sono state ritenute insufficienti dai giudici amministrativi che non avevano stoppato l’avvio dei corsi considerando prioritaria l’esigenza di non perdere i finanziamenti europei.

Le richieste dei ricorrenti. Secondo il Cga «le ragioni giuridiche fatte valere da parte ricorrente, pur necessitando degli opportuni approfondimenti nel merito, non appaiono prima facie in - fondate e risultano meritevoli di protezione in questa fase cautelare con la sospensione della efficacia del provvedimento originariamente impugnato e – scrive ancora il Cga - con la sollecita fissazione della udienza di merito dinanzi al giudice di primo grado». La battaglia legale va avanti e per avere il responso del Tar si dovrà aspettare fino al 31 maggio 2018. Sempre che nel frattempo non ci siano altri colpi di scena. Ma Lagalla, pronto ad applicare il modulo deciso con Musumeci, assicura che i corsi ripartiranno e che a schierare la nuova formazione. Intanto i circa ottomila operatori e le migliaia di aspiranti corsisti auspicano davvero che gli ingranaggi delle campanelle che segnano l’inizio delle lezioni non si siano completamente inceppati.

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