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Ocse, età pensionistica in aumento in tutta Europa: "Serve riforma"

PARIGI. L'Italia è il paese che nell'Ocse ha per gli uomini l'età di uscita "effettiva" per pensionamento più bassa rispetto a quella di vecchiaia legale. Lo scrive l'Ocse nel Panorama sulle pensioni 2017 secondo il quale nel 2016 ci sarebbero stati tra l'età di uscita per vecchiaia (66,7 anni) e quella media effettiva 4,4 anni di differenza, il divario più alto nell'area Ocse.

Si esce quindi abbondantemente prima dei 63 anni. In media nell'area il divario tra età legale ed effettiva di uscita per pensionamento è di 0,8 anni per gli uomini e di 0,2 anni per le donne.

"In media, nei Paesi dell'Ocse, l'età normale della pensione passerà, secondo le attuali legislazioni, da 64,3 anni a 65,8 anni per gli uomini e da 63,4 anni a 65,5 anni per le donne": è quanto si legge nel Panorama Pensioni Ocse 2017. "Questo aumento di 1,5 anni - continua l'Ocse - rappresenta un po' meno di un terzo dei progressi in aspettativa di vita attesi all'età di 65 anni", vale a dire "meno della metà del necessario per garantire l'equilibrio tra il periodo di attività e la pensione".

"I Paesi dell'Ocse non devono attendere la prossima crisi per attuare le riforme necessarie per rispondere all'aumento della longevità, tra rischi crescenti di ineguaglianza tra anziani e l'evoluzione delle forme di lavoro": è quanto si legge nel Panorama Pensioni Ocse 2017. Per l'organismo parigino, inoltre, al di là delle riforme previdenziali, "è molto più efficace concentrarsi su misure di prevenzione contrastando le ineguaglianze il più presto possibile".

 

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