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La stanza gonfiabile ancora per 3 anni sulla Stazione Spaziale

La Stazione Spaziale continuerà ad avere una stanza in più ancora per i prossimi 3 anni: è la casa gonfiabile, che potrebbe diventare la base per costruire le future colonie umane su Luna e Marte. Lo prevede il contratto appena firmato dalla Nasa con la Bigelow Aerospace, l'azienda che ha prodotto il modulo.

Agganciato alla Stazione Spaziale nel maggio 2016, il modulo Beam (Bigelow Expandable Activity), rimarrà collegato alla Stazione spaziale internazionale per ulteriori test. Beam è l'equivalente di una tenda familiare da campeggio: lungo 4 metri e con un diametro di 3,22 metri, fornisce un volume di circa 16 metri cubi. Da quando il modulo è stato gonfiato, gli astronauti sono entrati al suo interno 12 volte per recuperare i dati forniti dai sensori e che forniscono informazioni sul suo funzionamento in condizioni in microgravità.

E' entrato al suo interno anche l'astronauta Paolo Nespoli, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), per installare sensori e raccogliere campioni di aria e dalle superfici da inviare a Terra, dove saranno analizzati nel Johnson Space Center della Nasa. Tutti i dati raccolti finora hanno dimostrato che nello spazio i materiali morbidi, come quello con cui è stato costruito Beam, hanno le stesse prestazioni di quelli rigidi.

 

Le analisi mostrano infatti che la casa gonfiabile finora ha sempre resistito agli urti, grazie ai numerosi strati che compongono il materiale di cui è fatta. Adesso avere a disposizione altri 3 anni di test permetterà di raccogliere ulteriori dati su integrità strutturale del modulo, stabilità termica, resistenza ai detriti spaziali, si studieranno anche la crescita di batteri e la capacità di schermare dalle radiazioni, che è un elemento cruciale per le future basi umane su Luna e Marte.

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