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Funziona la prima 'fabbrica di organi'

Fabbricare organi in serie non è più un sogno della fantascienza. Dopo le speranze accese 20 anni fa dalla nascita della pecora Dolly, dopo la possibilità di riprogrammare le cellule per ottere le staminali e dopo i primi organi in miniatura (organoidi) stampati in 3D, è stata messa a punto la prima piattaforma che permette di produrre in massa tessuti umani.

Descritta sulla rivista Cell Reports e nata dalla collaborazione fra Giappone e Stati Uniti, la prima fabbrica di organi ha debuttato a livello sperimentale, producendo tessuti di fegato da utilizzare in futuro per i trapianti.

Coordinato da Takanori Takebe, che lavora sia nell'università di Yokohama sia nel Centro per le cellule staminali e gli organoidi dell'ospedale pediatrico di Cincinnati, l'esperimento ha raccolto quella che oggi è la sfida principale della ricerca sugli organi costruiti in laboratorio, ossia fare in modo che siano sicuri e nello stesso tempo efficienti.

Negli ultimi 5 anni i ricercatori hanno lavorato per riprodurre nel modo più fedele l'ambiente biochimico che nell'organismo umano permette il normale sviluppo degli organi. Sperimentata con buoni risultati su topi nei quali erano state riprodotte malattie umane del fegato, la tecnica permette di lavorare fino a 20.000 frammenti di tessuto dalla struttura 3D e con caratteristiche genetiche tali da poter essere utilizzati per i trapianti.

"Il nostro processo di produzione si sta ormai avvicinando agli standard clinici", ha detto Takebe. E' un risultato, ha aggiunto, che potrebbe aiutare molte persone che hanno bisogno di un trapianto di fegato. Prima di passare alla sperimentazione sull'uomo, però, bisognerà attendere da 2 a 5 anni perché è necessario perfezionare la tecnica.

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