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Regione, la Lega resta fuori dalla giunta ma non ci sta: c'è un patto, va rispettato

PALERMO. Di restare fuori dalla giunta siciliana, la Lega di Salvini non vuole saperne. Ieri il vertice dei partiti di maggioranza a Scillato ha parlato di posti, assetti, equilibri, divisione degli assessorati e su questo capitolo la voce "Ncs" continua a mancare.

Quel posto in giunta, stando all'ultimo aggiornamento del toto-assessori, tocca a Fratelli d'Italia. E se anche dice di essere "sereno e fiducioso" che la cosa non vada giù al partito di Matteo Salvini, che quest'anno per la prima volta fa capolino all'Ars.

"Il centrodestra - dice il segretario nazionale di Noi con Salvini, Angelo Attaguile -, ricompattato in Sicilia, che adesso, legittimamente, ambisce a governare l'Italia non può permettersi di lasciare fuori dalla giunta Musumeci la Lega, ossia la prima forza della coalizione. Non è una lotta per le poltrone, a cui sin dal primo momento non abbiamo voluto prendere parte, ma un fatto politico".

"Siamo sereni e fiduciosi - aggiunge - perché c'è un patto sancito durante la famosa cena catanese tra i tre leader nazionali, Salvini, Berlusconi e Meloni, alla quale abbiamo preso parte anche io, Micciché, La Russa e Armao".

"Fratelli d'Italia ha chiesto e ottenuto un posto nel listino, con l'impegno di lasciare a noi l'assessorato regionale - prosegue Attaguile -. Accordo chiaro e noto a tutti, confermato dallo stesso Gianfranco Micciché nel corso della riunione di ieri a Scillato".

"Se la Meloni e La Russa non dovessero mantenere l'impegno assunto con noi, non faremo gruppo all'Ars con loro. L'ho detto e lo ribadisco. E - conclude - rilancio le parole di Matteo Salvini: noi non elemosiniamo poltrone, chiediamo il rispetto degli accordi assunti e ci aspettiamo che Musumeci s'imponga altrimenti saluteremo chi non si comporta con lealtà e rispetto degli elettori".

Nel vertice di maggioranza di ieri non si è trovata l’intesa definitiva. Tra i nomi da avanzare per Forza Italia oltre ad Armao si punta su Marco Falcone (Infrastrutture), Bernadette Grasso (Enti Locali) e Paolo Inglese (Agricoltura). Sul quinto nome il coordinatore forzista Gianfranco Miccichè non ha sciolto le riserve.

Ci sarebbero in corsa l’agrigentino Vincenzo Giambrone, il trapanese Giuseppe Guaiana e il siracusano Edy Bandiera. E non è ancora chiaro se Forza Italia rinuncerà all’ultimo assessorato per assecondare le richieste di un alleato, evitando malumori nella maggioranza e blindando così l’elezione di Miccichè alla presidenza dell’Ars. A contendersi questo posto sono un autonomista di Lombardo (Mariella Ippolito o Roberto Di Mauro) e un uomo di Diventerà Bellissima (Giorgio Assenza).

Intanto Diventerà Bellissima ha già la Sanità da affidare a Ruggero Razza, mentre i Popolari indicheranno Roberto Lagalla (Formazione) e Toto Cordaro. Fratelli d’Italia punterà su Sandro Pappalardo all’Energia e Rifiuti. L’ultima parola toccherà a Musumeci che potrebbe decidere tra domani e mercoledì.

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