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Bonus pubblicità, ecco le regole per chi investe su giornali, radio e tv

PALERMO.  Via libera al bonus pubblicità per le imprese e i lavoratori autonomi che investono in campagne pubblicitarie su quotidiani, periodici, emittenti tv e radio locali. Pubblicate sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri le procedure che permettono ad aziende e lavoratori autonomi di avviare i programmi di investimento e richiedere il credito d’imposta sulla pubblicità incrementale per 2017 e 2018.

Una misura, questa, molto attesa dal settore editoriale nel tentativo di dare nuovo slancio alla raccolta pubblicitaria. L’agevolazione, introdotta dalla manovra correttiva 2017 e fortemente richiesta dalla Fieg al Tavolo Editoria, è prevista per chi farà investimenti superiori, nel periodo interessato, dell’1% al valore degli investimenti, di analoga natura, effettuati nell’anno precedente.

I chiarimenti che sono stati pubblicati sulla pagina web del Dipartimento per l’informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio (http://presidenza.governo.it/DIE/) anticipano così i contenuti del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri di prossima adozione. Nelle more del parere del Consiglio di Stato, che dovrà precedere l’adozione del Dpcm, la pubblicazione online di questi chiarimenti operativi dà copertura all’operazione, scrive Il Sole 24 ore che sottolinea anche i punti fermi dell'iniziativa.

Il primo: i limiti di spesa andranno distinti fra stampa, da una parte, e radio e tv locali dall’altra. E la domanda dovrà contenere l’ammontare del credito d’imposta richiesto per ognuno dei due media. In questo senso tutti gli investimenti dal 24 giugno al 31 dicembre sono ammissibili al credito d’imposta solo se realizzati sulla stampa (edizioni cartacee o edizioni online per tutte le testate iscritte presso il Tribunale ai sensi della legge 47 del 1948 o presso il Registro operatori di comunicazione). Per radio e tv locali se ne parlerà nel 2018.

Sono escluse le spese per televendite, servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite in denaro, di messaggeria vocale o chatline con servizi a sovrapprezzo. Il credito d’imposta è pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevato al 90% nel caso di microimprese piccole e medie imprese e startup innovative.

Questo bonus andrà calcolato sulla parte eccedente l’1% di incremento delle spese avute l’anno prima. La dote a disposizione è di 62,5 milioni. Si parla di 50 milioni per gli investimenti sulla stampa (20 per quelli effettuati nel secondo semestre 2017 più 30 da effettuare nel 2018) e 12,5 milioni per gli investimenti da effettuare sulle emittenti radio-televisive nel 2018.

Guardando agli importi, il credito d’imposta liquidato potrà essere inferiore a quello richiesto qualora venisse superato l’ammontare delle risorse stanziate. In tal caso gli aventi diritto avrebbero una ripartizione percentuale delle risorse. Nel caso in cui, invece, la dotazione finanziaria dovesse essere superiore alle richieste, le risorse andranno a valere sulla dote dell’anno successivo. Per la fruizione del beneficio, dove fosse superiore alla soglia dei 150 mila euro, è stata scelta la soluzione del meccanismo delle «white list», cioè le liste che indicano le imprese in regola con gli adempimenti normativi e tributari.

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