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Montinaro, i passi di Ashra verso il futuro

VENEZIA - '''Quando la prima donna ha cominciato a camminare tutto è cambiato per il resto del mondo''. E' questo il punto di partenza dell'artista romana Francesca Montinaro, alle prese con la sua straordinaria installazione, una sorta di organismo palpitante, in continua evoluzione dal primo allestimento nel 2013 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e quindi nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio. Ora, all'Archeologico di Venezia, mentre sta per concludersi l'edizione 'Communitas/Immunitas'', ispirata al cammino compiuto da Ashra, giovane somala, per raggiungere un centro di accoglienza per rifugiati a Roma, sono stati superati gli 800.000 passi di azione collettiva. ''Il mio lavoro è ovviamente politico. Oltre all'esperienza estetica, vorrei che fosse un'esperienza evolutiva'', sottolinea la Montinaro illustrando ''questa avventura patrocinata da Unhcr e da Sioi-Una'', che ha per sottotitolo '11.146.312 metri', vale a dire il numero di passi che sono stati necessari alla ragazza somala per raggiungere un barlume di apparente 'normalità'. Un viaggio difficile, quasi impossibile, attraverso il deserto e affrontando il mare fino all'Italia, nella speranza di ritrovare l'idea stessa di un futuro possibile. La mostra veneziana, che inserisce le sentinelle (video/box) dell'artista in dialogo con le statue femminili della Collezione Grimani di età classica, ellenistica e di epoca romana, ospitate all'Archeologico, trova il proprio fulcro nel tapis roulant collegato ad un display luminoso, su cui viene indicata l'adesione di ogni singolo visitatore a un cammino ideale e collettivo nel segno del superamento di ogni chiusura. ''Per me - prosegue la Montinaro - è importante comprendere che il tapis roulant è la metafora dei mondi che si incontrano e che non si capiscono. Incarna il conflitto economico e culturale dei popoli che arrivano e di quelli che si sentono invasi''. Di conseguenza ''io penso all'asimmetria dei popoli che camminano senza evidente meta sul tapis roulant nelle palestre di fronte a schermi senza audio e quelli che camminano per fuggire da guerre e carestie o solo nella speranza di un futuro possibile''. Ed ecco, racconta la Montinaro, che '''Ashra' è un nome coniato da me ascoltando queste donne che mi parlavano nella loro lingua, è un nome che inizia con la prima lettera dell'alfabeto e simbolicamente le rappresenta tutte. Hanno affrontato ogni sorta di sopruso e sono comunque arrivate qui, a piedi, compiendo un viaggio dalle proporzioni mitologiche, eppure sono arrivate. Ovviamente non tutte e ovviamente molto diverse dal loro primo passo''. ''Quando la prima donna ha cominciato a camminare tutto è cambiato per il resto del mondo - conclude l'artista - quindi il mio lavoro è sul cambiamento, sull'evoluzione che tutti noi dobbiamo accettare e affrontare insieme. La visione di donne e bambini sui barconi ha cambiato inesorabilmente il significato di questo fenomeno''.

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