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In Italia 84 donne uccise in 9 mesi: nel 73% dei casi violenze nella propria abitazione

Cento sagome bianche in piazza San Marco a Roma: è l'installazione dal titolo "Senza parole" per la Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne

ROMA. Ottantaquattro, 84, donne uccise nei primi 9 mesi del 2017. Femminicidi è il termine ricorrente di uso comune per questi casi. Omicidi, quello giudiziario. Numeri che risultano in calo rispetto al 2016, quando nello stesso periodo, si contavano 109 casi. Degli 84, la maggior parte, 61, è avvenuta in ambito familiare. Sono i dati della Polizia, aggiornati a settembre 2017.

Eures invece fa un rapporto più drammatico: 144 donne uccise in 10 mesi. Tre solo negli ultimi giorni:  Maddalena Favole, 84 anni, uccisa domenica dal figlio in provincia di Cuneo; Anna Lisa Cacciari trovata morta lunedì nella sua cosa a Bubrio e Marilena Negri, la 67enne, accoltellata al parco Milano.

Le cifre degli ultimi 10 anni, dicono che gli omicidi volontari diminuiscono nel nostro Paese, ma non quelli in cui la vittima è donna, che erano, infatti, 150 nel 2007 e 149 nel 2016. Di conseguenza è aumentata la percentuale rispetto al totale, dal 24% degli omicidi nel 2007, al ben più grave 37% nel 2016. Il 73% avvengono tra le mura di casa e nel 56% dei casi l'assassino è il partner o l’ex partner.

Ci sono poi quelli che le forze dell’ordine chiamano 'reati spia': stalking, maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali. Tutti in calo quest’anno. Le denunce per stalking sono state 8.480 tra gennaio e settembre 2017, in calo del 15,76% rispetto alle 10.067 nello stesso periodo del 2016; i maltrattamenti in famiglia sono stati 9.818 a fronte di 10.876 nello stesso periodo del 2016; le violenze sessuali (di cui oltre il 90% su donne) 3.059 a fronte di 3.095 nello stesso periodo del 2106 (- 1,16 %).

Secondo la Polizia, questi reati sono «indici importanti di un rapporto uomo-donna malato, che può pericolosamente degenerare». Sono tutti in leggera flessione, ma i dati però vanno letti con attenzione: da un lato possono essere un segnale positivo nella lotta alle discriminazioni di genere, ma dall’altro, la riduzione delle denunce, può nascondere un sommerso di paura e solitudine.

Un aspetto messo in rilievo dal Capo della Polizia, Franco Gabrielli che parla di un «numero oscuro» di chi non denuncia perché pensa ai figli, alle conseguenze, alla vergogna: «Noi forze di polizia interveniamo quando il male è acuto e si manifesta. Ma questo genere di reati, che sono in fondo dei crimini contro l’umanità prima ancora che con la repressione deve essere affrontato con la prevenzione».

La prevenzione si fa con l’informazione e con le politiche sociali. Per oggi, quando in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, indetta dall’Onu nel 1999, sono numerose le iniziative in tutte le città.

A Roma si terrà la manifestazione nazionale 'Non Una di Meno', le cui organizzatrici propongono un piano per un "cambiamento strutturale» nel mondo della scuola, nella sanità, nel lavoro, nella giustizia e nei media.

Montecitorio sarà aperto solo a visitatrici, per l’evento «#InQuantoDonna», voluto dalla presidente Laura Boldrini. E in tutta Italia la Marina Militare illuminerà di arancione i suoi palazzi storici e monumenti.

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