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Impresentabili, Bindi: controlli insufficienti e forze politiche distratte, in Sicilia fatti gravi

ROMA. Riformare la legge Severino prima delle prossime elezioni politiche e far convergere partiti e movimenti su un nuovo codice di autoregolamentazione delle candidature, accogliendo in sostanza l’appello lanciato nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno Marco Minniti che ha chiesto uno sforzo comune della politica contro le mafie.

Sono le linee degli interventi più urgenti proposti oggi dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi che nel corso di una seduta plenaria ha reso noti gli esiti del lavoro svolto sui circa 1.500 candidati alle elezioni del 5 novembre scorso.

Sono 7 complessivamente gli «impresentabili» secondo l'Antimafia, 6 in Sicilia e 1 nel municipio di Ostia. La rilevazione della Commissione ha riguardato le situazioni alla data del 16 ottobre, quindi non potevano emergere - in quanto ancora in fase di indagine, e perciò segrete - le situazioni che si sono tradotte in provvedimenti giudiziari, come i casi di Cateno De Luca (UDC), La Gaipa (M5S), Tamajo (Sicilia Futura - PSI per Micari), Genovese (Forza Italia), ed altri, emersi subito dopo la data del voto.
Sui 7 nomi l’Antimafia ha posto per ora il silenzio, evidenziando come la presenza nelle liste dei"prestanome della politica» è stato probabilmente «il tema politico emerso dalle elezioni regionali di quest’anno». Due sono state le linee di intervento proposte dalla presidente Bindi anche in vista dell’ "approssimarsi di un appuntamento elettorale cruciale come le prossime elezioni politiche, e tanto più con le ulteriori incognite derivanti dall’applicazione per la prima volta della nuova legge elettorale», come ha detto Bindi.

La prima è di tipo normativo: la presidente dell’Antimafia si è soffermata sull'esigenza di rafforzare ulteriormente la legge Severino nella parte relativa ai controlli sulle candidature, prevedendo la pubblicità delle autocertificazioni e l'ampliamento dei termini, di prevedere specifiche condizioni di incandidabilità e di sospensione e decadenza dalla carica in caso di dichiarazioni false in sede di autocertificazione, di proseguire la riforma del casellario giudiziario e altro ancora.
Dal punto di vista politico, dopo aver fatto un richiamo alle forze in campo sulla necessità di rilegittimare la politica, condizione essenziale per arginare l’astensionismo galoppante, anche perchè «mentre le mafie votano sempre, il rifiuto degli elettori a recarsi alle urne pone un problema politico ancor più grave per chi ha a cuore la democrazia, perché in proporzione su basse affluenze il «voto cattivo» incide molto di più», Bindi ha lanciato la proposta che l’Antimafia diventi la sede per mettere a punto un nuovo codice di autoregolamentazione delle forze politiche. In materia di candidature dunque, ha chiarito Bindi, "proponiamo ai partiti e movimenti politici di fare la loro parte per quelle scelte che non possono essere imposte per legge ma proprio per questo più impegnative e responsabilizzanti davanti al Paese e al suo sfiduciato corpo elettorale».

Un nuovo "codice di autoregolamentazione» che traduca «l'esigenza di contrastare il trasformismo politico e il rischio del voto di scambio politico mafioso, assicurando la selezione trasparente di una classe politica onesta e competente». Apprezzamento alle proposte della Bindi sono arrivate dal deputato Pd Davide Mattiello mentre il capogruppo Pd in Antimafia Franco Mirabelli ha annunciato una missione della Commissione ad Ostia, martedì prossimo.

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