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Il terremoto fa strage tra Iran e Iraq: oltre 400 morti e 7mila feriti

TEHERAN. L'agenzia semi-ufficiale iraniana Tasnim ha reso noto che il bilancio dei morti del sisma di magnitudo 7.3 che ha colpito l'Iran e l'Iraq è di 445, mentre i feriti sono 7.370. Gli ultimi bilanci ufficiali parlano invece di 407 morti, per la maggior parte in Iran. Oltre la metà delle vittime si registrano nella città di Sarpol-e Zahab, a maggioranza curda, nella provincia di Kermanshah. L'unico ospedale presente in città è stato danneggiato dal terremoto.

A più di ventiquattr'ore dalla terribile scossa che ha seminato morte e distruzione, continua ad aggravarsi il bilancio del terremoto che ha colpito ieri sera un'area tra l'Iraq e l'Iran, già teatro di devastazioni e atrocità durante la guerra tra i due Paesi negli anni Ottanta.

Oltre 400 persone sono morte in Iran, mentre 8 hanno perso la vita in Iraq. Il sisma, avvenuto alle 21.48 di domenica ora iraniana (le 19.18 in Italia), ha avuto una magnitudo di 7,3 gradi sulla scala Richter, secondo l'Istituto geologico degli Usa, che ne ha individuato l'epicentro una trentina di chilometri dalla città curda irachena di Halabja. Una località tristemente famosa perché qui nel 1988 avvenne il più letale bombardamento chimico della storia, compiuto da aerei dell'allora dittatore iracheno Saddam Hussein, con un bilancio di 5.000 civili uccisi. Le onde sismiche sono state avvertite in buona parte del Medio Oriente.

Alcuni testimoni hanno riferito di avere visto i lampadari oscillare a Teheran, 500 chilometri a est dell'epicentro. In territorio iracheno, il terremoto è stato avvertito con forza dal capoluogo della regione autonoma del Kurdistan, Erbil, fino alla capitale Baghdad, 270 chilometri a sud.

La tv irachena ha trasmesso immagini di persone che fuggivano da ristoranti e negozi durante la scossa. Quella iraniana ha mostrato edifici crollati e feriti avvolti nelle coperte. La città più colpita è Sarpol-e Zahab, nella provincia iraniana di Kermanshah, dove si registrano 300 morti.

Secondo fonti dei soccorsi, "oltre 200 persone" potrebbero essere ancora intrappolate sotto le macerie di un complesso residenziale. Il conto delle vittime è inevitabilmente destinato a salire, sia perché alcune località in questa regione montagnosa sulla catena degli Zagros non sono ancora state raggiunte dai soccorritori a causa delle strade bloccate dalle frane, sia perché molti dei sopravvissuti versano in gravi condizioni.

I feriti in Iran sono circa 6.600 e quelli in Iraq 535. La Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha ordinato l'immediata mobilitazione di tutte le forze disponibili per aiutare le popolazioni colpite. Nei soccorsi sono impegnati anche i Guardiani della Rivoluzione e membri delle milizie Basiji.

Da Teheran sono arrivate unità cinofile dei vigili del fuoco. Ma alla televisione alcuni residenti si sono lamentati della lentezza delle operazioni. Sui siti e social media iraniani, inoltre, crescono gli interrogativi sulla differenza nel numero delle vittime in Iran e in Iraq. Secondo alcune testimonianze, tra gli edifici crollati ve ne sarebbero alcuni costruiti durante il governo del presidente ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad nell'ambito di un programma di edilizia popolare a costi contenuti.

Mentre Papa Francesco si è detto "profondamente addolorato", estendendo a "tutti i colpiti da questa tragedia la sua solidarietà nella preghiera", anche l'Italia si è mobilitata per partecipare ai soccorsi. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha detto che nelle prossime ore partirà da Brindisi con destinazione Suleimaniya, in Iraq, un volo umanitario della Cooperazione Italiana con un carico di 12 tonnellate di aiuti.

Anche la Turchia sta inviando aiuti, in particolare alle popolazioni curde irachene, nonostante le tensioni con le autorità locali seguite al referendum sull'indipendenza del settembre scorso. L'Iran è attraversato da diverse faglie che provocano frequenti terremoti. Il più grave dei tempi recenti fu quello di Bam, che nel dicembre del 2003 provocò 26.000 morti.

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