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Italia-Svezia, è il giorno della verità: Ventura a caccia dell'assetto migliore

MILANO. E' il giorno della verità, quello della gioia o dell'incubo. L'Italia stasera saprà se parteciperà ai Mondiali o verrà clamorosamente eliminata.

Qualcosa cambierà in formazione. Chiamata alla rimonta  contro la Svezia, la nazionale di Ventura fa i conti con la necessita' di vincere con almeno due gol di scarto e il suo ct punta sui gol di Immobile in un assetto ancora tutto da svelare: tra 3-5-2 e 4-2-4, il ct sta provando in queste ore alla Pinetina modulo e interpreti migliori per restituire alla squadra lo smalto mancato a Stoccolma.

Con due o tre novita': De Rossi a riposo e una chance per Jorginho, Eder o Gabbiadini pronti, l'idea di Florenzi interno di centrocampo. Su tutte la variabili tattiche in campo in queste ore di attesa, pesa la tendenza del ct a cambiare (4 moduli in 16 partite) e a farlo anche in corsa; e ancor più il fatto che con possibili supplementari e conta dei gol andata/trasferta, la partita potrà necessitare di una rapida sterzata in corso e di un cambio di modulo improvviso come quelli messi in campo nelle prime vittorie.

Di qui i tanti esperimenti azzurri in queste ore, alla ricerca di un Italia equilibrata si', ma soprattutto in grado di un 2-0 netto. I numeri dicono che la nuova nazionale ha segnato 35 gol in 16 partite, poco più di due a match. Ma se si tolgono la doppia goleada col Liechtstein e l'8-0 della sperimentale contro San Marino, rimane il 3-0 in amichevole all'Uruguay, e nelle qualificazioni il 2-0 dell'andata sull'Albania e il 3-1 in Israele a confortare la cabala azzurra.

Fuori il vicecapocannoniere Belotti (5 reti con Ventura), gli occhi sono puntati su Immobile (6): nella Lazio segna a raffica, in azzurro eccezion fatta per il prezioso gol a Israele a Modena si e' inceppato in questo inizio di stagione e anche le difficoltà mostrate contro la Svezia dicono che il centravanti può essere usato meglio. Ventura lo conosce bene dai tempi della sua esplosione al Torino, dunque penserà che se manca chi lo lancia in profondità è meglio sfruttare le fasce. Per farlo serve velocita' di giro-palla o uno Zappacosta in piu' ma il suo impiego spinge fuori Candreva (tra i meno deludenti) e porta verso il 4-2-4, escludendo Jorginho.

Questo era il modulo preferito (e mal riuscito) da Madrid in poi, ma affidare ora il centrocampo a Gagliardini-Parolo sembra un azzardo. Ventura in queste ore ha visto De Rossi stanco, di sicuro non e' convinto della sua prestazione di Stoccolma ("c'e' chi non ha recuperato, e mai come questa volta non conta chi gioca ma come...", la sua risposta a una domanda sul romanista), il sostituito naturale e' il brasiliano del Napoli, di cui Ventura resta convinto dell'inadattabilita' a un centrocampo a due.

Ecco dunque che la bilancia pende verso il 3-5-2: ai lati di Jorginho Parolo e Florenzi, provato interno, anche se la girandola di test - Bernardeschi incluso - lascia tante porte aperte. Comprese quelle della spalla di attacco di Immobile: Eder avanti, Ventura ha voluto vedere anche Gabbiadini. La partita d'altra parte può imporre di cambiare rotta, sul 4-2-4 usato spesso per risalire la china (e con Insigne di nuovo lanciato nel finale) o addirittura verso un 3-4-3 (la prima volta proprio un anno fa a San Siro, contro la Germania) con un Candreva tra i tre davanti e l'aiuto ai due centrali. Dopo aver lavorato tutto il pomeriggio a provare alla Pinetina (dove ha fatto visita l'ad Inter Alessandro Antonello), e dopo la cena con la squadra, Tavecchio e Uva, arrivati in ritiro per stringersi all'Italia, Ventura tirera' le fila dei suoi ragionamenti. Sperando in Immobile.

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