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Siamo shopaholics, come (tentare di) resistere al Black Friday?

(di Alessandra Magliaro) Il Black Friday è alla porte. Il 24 novembre ossia il primo venerdì dopo il Giorno del Ringraziamento, si dà il via agli acquisti pre-natalizi e dunque alle offerte eccezionali. Dall'America e poi in tutto il mondo anno dopo anno si bruciano record, on line o nei negozi fisici c'è una concorrenza incredibile all'ultimo acquirente e la tentazione di comprare è peggio di un omerico canto delle sirene, così finisce che chi più chi meno cediamo al supersconto e all'acquisto molto probabilmente non necessario di cose. E se pure 'resistiamo' al 24, ecco che il cyber monday il 27 novembre, ossia il giorno delle super offerte di prodotti tecnologici, ci torna ad indurre in tentazione.

Siamo una generazione di shopaholics, malati di shopping e non consideriamo ancora abbastanza tutto il quadro completo.

Una recente ricerca di Greenpeace sulle abitudini internazionali di acquisto ha rivelato che le persone indubbiamente comprano più del necessario. 2/3 dei residenti di Hong Kong ammettono di avere più di cio' che serve, così come il 60% dei cinesi e oltre il 50% di italiani e tedeschi.

La sovrapproduzione di gadget e di fashion e il suo lato roverscio rappresentato dal sovraconsumo hanno anche effetti negativi psicologici rispetto a ciò che supponiamo essere al contrario un bene. L'emozione di acquistare qualcosa di nuovo svanisce velocemente: molte persone ammettono di sentirsi svuotate, annoiate o perse quando non fanno shopping e allo stesso tempo la metà si sente colpevole quando lo fa. Il fatto è che l'eccesso di consumo aumenta le ansie della vita moderna, distrugge il pianeta mentre mina la vera felicità tenendoci distanti da una vita piena e creativa.

Il potere della pubblicità ha un ruolo decisivo nella crescita di domanda per ogni prodotto, inclusa la moda. E' stato osservato come la pubblicità si insinua ovunque, stabilendo connessioni con i più profondi desideri umani come l'amicizia, la felicità, il successo nelle relazioni. Senza che noi ce ne rendiamo conto i meccanismi consumistici della pubblicità inducono a collegare il trionfo della vita e dell'amore con il consumo.

Di nuovo in questa epoca iperconnessa c'è da notare anche un'altra cosa. La pubblicità agisce anche nei social media: una ricerca Greenpeace ha fatto emergere come durante le feste - San Valentino, Natale, Festa della mamma e del papà - i post su Facebook siano un inno al consumismo: circa il 60% dei post contiene materiale promozionale che sfrutta i valori positivi che le persone associano a queste feste, come "felicità" e "amore". Le persone non sono necessariamente consapevoli che queste siano delle forme di pubblicità soprattutto quando condividono o mettono like a immagini di regali, di alberi carichi di pacchetti, di doni per fidanzati e genitori, ma finiscono per diventare loro malgrado dei pubblicitari in un circolo vizioso di consigli per gli acquisti. Allora, pronti per il Black Friday?

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