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Imprese autoriparazione preoccupate norme Ue omologazione

ROMA - I rappresentanti dell'Associazione Italiana Costruttori Autoattrezzature (AICA) assieme alle associazioni rappresentative dell'aftermarket automobilistico ADIRA (Associazione Italiana dei Distributori Indipendenti di Ricambi per Autoveicoli), CNA Autoriparazione, Confartigianato Autoriparazione, EGEA (European Garage Equipment Association) e AFCAR chiedono al Governo Italiano di sostenere, in sede di confronto europeo a tre - Parlamento, Commissione e Consiglio - il quadro normativo disegnato dal Parlamento europeo indirizzato verso il principio della tutela della libera concorrenza previsto dal Trattato di Roma. E' infatti auspicabile l'introduzione nel nuovo Regolamento europeo sull'omologazione dei veicoli di norme che definiscano in modo nitido ed esigibile gli obblighi a carico delle Case costruttrici per garantire il libero accesso alle informazioni necessarie per la riparazione e la manutenzione dei veicoli. Sul tema si è tenuto un incontro tra gli esponenti delle associazioni rappresentative dell'aftermarket automobilistico e Andrea Napoletano, segretario generale del Ministero dello Sviluppo Economico. Al termine di questo confronto - si legge in una nota di AICA - i membri delle associazioni si ritengono soddisfatti dell'incontro e per l'apertura dimostrata da Napoletano nei confronti delle loro istanze.

Il nuovo regolamento che definisce le regole per l'omologazione dei veicoli potrebbe avere un impatto cruciale sull'intero settore; il comparto aftermarket ha infatti un fatturato a livello europeo di ben oltre 200 miliardi di euro che è generato, in larghissima parte, da 500mila piccole e medie imprese con oltre 3,5 milioni di occupati, attive soprattutto. Anche se legislazione vigente a livello europeo nel settore automobilistico (BlockExemption e TypeApproval Framework) è coerente con lo spirito del Trattato di Roma, e favorisce la libera concorrenza, si prospetta tuttavia il rischio di una minore tutela dell'attività degli operatori indipendenti. Uno studio della Commissione Europea (Ricardo-AEA del 2014) ha fatto emergere infatti una serie di carenze nell'accesso alle informazioni per la riparazione e la manutenzione dei veicoli (RMI) da parte delle imprese indipendenti attive nel comparto aftermarket, che hanno così visto ostruito l'esercizio compiuto e dinamico del loro ruolo nella filiera del settore automotive.

Le associazioni chiedono dunque al Governo italiano di confermare, in esito alle attività in corso in sede Ue, il quadro normativo disegnato dal Parlamento europeo, per evitare che il percorso regolatorio intrapreso sia distolto dalla tutela della libera concorrenza incarnata dalla rete fitta e vitale di migliaia e migliaia di operatori indipendenti attivi in ogni angolo del Paese al servizio degli automobilisti e delle loro famiglie.

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