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Mattarella firma e promulga il "Rosatellum": sarà la legge con cui si voterà alle prossime elezioni

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

ROMA. Il Rosatellum, così come approvato lo scorso 27 ottobre da Senato, sarà la legge elettorale con cui si voterà alle prossime elezioni: il Presidente della Repubblica ha infatti firmato la legge senza osservazioni e senza note di accompagnamento.

Con la sua decisione di promulgarla ha definitivamente escluso che dal punto di vista del Quirinale possano essere ravvisati vizi di costituzionalità. Dei quali, invece, resta certo il M5s che ha ripetutamente chiesto al Capo dello Stato di rinviare la legge alle Camere: pochi giorni fa anche con una lunga lettera aperta indirizzata a Sergio Mattarella.

Un "suo momento di riflessione è l'unica concreta possibilità per evitare la catastrofe istituzionale di un nuovo Parlamento eletto con una legge illegittima" hanno scritto i capigruppo del Movimento convinti che la legge contenga "evidenti storture sia formali, che sostanziali, non di lieve impatto" e tali da avere un "effetto dirompente sulla nostra democrazia". Per questo oggi Luigi Di Maio e Davide Casaleggio si dicono "rammaricati" della decisione del Capo dello Stato, ritenendo il Rosatellum "una pessima legge".

Ora, avvertono, "la partita si sposta alla Consulta con un nostro dettagliato ricorso". Per il M5s anche il voto dei siciliani potrebbe decretare la sua fine prematura: gli italiani "votino per noi domenica e vedrete come la legge che favorisce le ammucchiate sarà uccisa nella culla", prevede Di Maio. I 5 Stelle non sono soli a protestare: Pierluigi Bersani è netto. "Questa legge elettorale non è né carne né pesce: quello che viene fuori è un aborto". Soprattutto, "in questo contesto e con una legge così- prosegue rivolgendosi a Renzi - parlare di alleanze e coalizione è una cosa ridicola".

Per l'avvocato Felice Besostri, già coordinatore degli Avvocati Antitalikum, "il Capo dello Stato avrebbe potuto utilizzare, come prevede l'art. 73 della Costituzione, i 30 giorni a sua disposizione per promulgare una legge su cui era necessario riflettere molto".

Ora però tutti attendono la Consulta, considerato che il Rosatellum ha superato il vaglio degli uffici del Colle: non è manifestamente incostituzionale, unico motivo, aveva ricordato Mattarella qualche giorno fa, per il quale avrebbe potuto rifiutare la promulgazione. Contro la legge sono già partiti i ricorsi, il M5s lo ha presentato lo scorso 31 ottobre e la Consulta già il 12 dicembre dovrà esaminare anche il conflitto di attribuzione sollevato da un ricorso contro la fiducia posta dal governo.

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