TORINO. Una stagione positiva, soprattutto "se si considera il punto di partenza", ma che lascia comunque l'amaro in bocca. Perché la macchina, la SF70H, "era buona". A pochi giorni dal Gp del Messico, che ha archiviato le ultime speranze mondiali della Ferrari, consegnando il titolo piloti a Lewis Hamilton, qualche rimpianto Sergio Marchionne ce l'ha.
"Non siamo riusciti a fare meglio", dice il manager, che della Ferrari è il presidente e amministratore delegato, pronto a scommettere su un immediato riscatto del Cavallino rampante. Già nel 2018. L'occasione per fare il punto sull'anno in Formula 1 è la conference call con gli analisti sui conti record del terzo trimestre, su cui per altro le difficoltà di Vettel e Raikkonen non hanno avuto il benché minimo effetto.
"Non credo nella sfortuna. C'è stata una combinazione di problemi tecnici e di errori di valutazione dei piloti", spiega Marchionne per il quale la Ferrari non è solo lavoro ma una vera passione. "Se un anno fa avessi detto dove saremmo arrivati - sottolinea - nessuno ci avrebbe creduto. Abbiamo imparato molto da questa stagione, anche se è stato un modo doloroso per imparare".
Marchionne parla anche dei rapporti con Liberty e dei colloqui in corso per la Formula 1 del futuro. Più volte in passato ha detto che non accetterà compromessi al ribasso né sui nuovi motori né su cambi di format. La Ferrari - ribadisce agli analisti - è intenzionata a ridurre i costi, ma senza snaturare l'essenza di questo sport, senza svilirlo. L'idea è di restare nel Circus, ma non a qualsiasi costo. E a chi gli chiede se dedica troppo tempo alla Rossa, Marchionne risponde senza dubbi: "No, assolutamente. Partecipo solo alle riunioni strategiche".
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