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Riparto dei fondi per l'ex Province, enti esclusi: è polemica

PALERMO. Nel decreto di riparto di 20,5 milioni di euro stanziati dall’Ars lo scorso 8 agosto in sede di variazione di bilancio, sono rimasti fuori le città metropolitane di Palermo e Catania e i Liberi Consorzi Comunali di Agrigento e Caltanissetta.

La parte del leone l’ha fatta l’ex provincia di Siracusa che ha avuto assegnato 11 milioni e 95 mila euro, mentre, alla città metropolitana di Messina sono andati 4 milioni e 374 mila euro. Cifre inferiori per Enna (2 milioni e 43 mila euro), Ragusa (un milione e 256 mila euro) e per Trapani (un milione e 645 mila euro). Il decreto di riparto firmato dall’assessore alle Autonomie Locali Luisa Lantieri è fortemente contestato dal deputato regionale del Pd Nello Dipasquale, vice presidente della Commissione Bilancio all’Ars.

"La ripartizione contravviene - dice Di Pasquale - ai principi di assegnazione che erano stati stabiliti precedentemente e vi sono assegnazioni con differenze sproporzionate se si considera che Siracusa riceve un finanziamento di 11 milioni di euro, Enna poco più di due milioni di euro, Trapani un milione e mezzo e Ragusa solo un un milione e 250 mila euro. Chiedo al presidente Crocetta che aveva assunto un formale impegno con i dipendenti dell’ex provincia di Ragusa di bloccare il decreto e di ristabilire un’equità tra gli enti che hanno forti disavanzi e non riescono a chiudere i bilanci, altrimenti sono pronto ad impugnarlo in quanto in contrasto con la norma adottata dall’assemblea regionale siciliana».

«Ancora un altro 'colpo di mano' è stato operato dall’assessorato regionale alle Autonomie locali col riparto per le ex province siciliane che ha fortemente penalizzato il Libero Consorzio Comunale di Ragusa che ha avuto assegnato appena un milione e 256 mila euro». Lo scrivono i rappresentanti sindacali di base dell’ex provincia di Ragusa.

"Di fronte a questa nuova prevaricazione - aggiungono i sindacati - che fa venire meno un minimo di credibilità e fiducia nelle Istituzioni, si fa ancora una volta appello al presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, affinché le promesse fatte ai nostri dipendenti siano mantenute e si proceda alla revoca anche di questo decreto assessoriale che è, illogico e immotivatamente discriminatorio nei confronti di questo Ente. Il nuovo decreto non ha tenuto conto del disavanzo di amministrazione di più di 3 milioni dell’ex provincia di Ragusa che finirà per dichiarare il dissesto».

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