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Paura in un bowling in Inghilterra, due dipendenti sequestrati e poi liberati

BIRMINGHAM. Domenica di paura in un’area commerciale e di divertimento nel cuore dell’Inghilterra dove un uomo armato, fuori di sé dalla furia, ha fatto irruzione in una sala bowling catturando due ostaggi e costringendo decine di persone - soprattutto famiglie con bambini - a fuggire o a barricarsi per ore sotto l’occhio della polizia. Un incubo finito solo a sera, grazie a un blitz delle teste di cuoio conclusosi con l’arresto del sequestratore - trasferito subito in ospedale - e la liberazione delle sue vittime «sane e salve».

La vicenda ha fatto precipitare di nuovo la Gran Bretagna nel ricordo di attentati recenti, ma non é legata questa volta al terrorismo, come gli inquirenti locali si sono affrettati a precisare. Semmai il frutto del raptus di un ex marito o un ex fidanzato di una dipendente del mall. Il risultato é stato in ogni modo da brividi a Nuneaton, cittadina del Warwickshire, nelle West Midlands, non lontano da Birmingham.  Teatro dell’accaduto, il Bermuda Park: una struttura che include un hotel, negozi, ristoranti, cinema, sale giochi e palestre, blindata oggi a lungo da un doppio cordone di agenti in divisa e unità in assetto da commando, in grado di snidare con successo il folle solo dopo un interminabile standoff.

Il racconto dei testimoni - intercettati all’uscita dalle telecamere, quasi tutti con al fianco di bambini dall’aria spaventata o imbronciata con i loro palloncini della festa in mano - suona a cavallo fra il disorientamento e il panico. I primi segnali dell’allerta, ripetono in molti, sono arrivati a inizio pomeriggio: dallo staff del parco e poi dai poliziotti accorsi a decine. Alcuni spiegano di essersi sentiti dire all’improvviso di scappare. Altri di aver colto riferimenti degli agenti a «un uomo armato» e ad alcuni «ostaggi». Kelly Pettett spiega addirittura di essersi ritrovata chiusa «con altri venti persone nel bagno» di un ristorante della catena Frankie and Benniès: amato soprattutto dai più piccoli e nel quale erano in corso festicciole di compleanno.

Il ristorante si trova vicino alla sala da bowling 'Bowl Mfà, dove il dramma si é consumato, mentre la polizia - affiancata da varie ambulanze e assistita dal cielo da un elicottero - dichiarava l’intera zona «in lockdown": bloccando gli accessi, ma anche rinchiudendo diverse persone dov'erano, negli edifici più vicini al bowling.
Il manager di questa struttura, Mehdi Amshar, riferisce che i due ostaggi lavoravano proprio lì, colleghi di un’impiegata che sarebbe l’ex moglie o l’ex partner del sequestratore. Dettaglio che fa pensare a un delirio passionale dietro l’aggressione.

L’uomo armato é stato tratteggiato dai testimoni che lo hanno incrociato all’ingresso come una sorta di ossesso, che gridava agitando una pistola. «Era molto aggressivo», rievoca Lawrence Hallett, che lo ha notato mentre cercava di raggiungere la sua automobile con la moglie e i figli, descrivendolo «bianco, sulla quarantina, non sbarbato», con il volto scavato e lo sguardo fisso. «L'ho visto correre verso la porta del bowling e mi urlato: 'Vattenè», fa eco un ragazzo, Chris Turner, raccontando di minacce scagliate poi contro un gruppo di persone - che si allontanava a distanza - al grido di «game over, game over».
Ma il terrificante 'giocò é continuato in realtà fino a sera inoltrata. Chiuso soltanto dal bagliore dei lampi nel buio e dai boati delle granate assordanti delle teste di cuoio.

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