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I segreti della «Catturandi» nella lotta alla mafia: da domani in edicola col Giornale di Sicilia

PALERMO. Un osservatorio privilegiato sui principali fatti di Cosa nostra, uno sguardo dall’interno della squadra Mobile di Palermo, un alto senso delle istituzioni e una lucidità formidabili. C’è tutto questo ne La Catturandi. La verità oltre la fiction, libro firmato con uno pseudonimo, I.M.D., autore dall’identità segreta perché poliziotto in incognito, impegnato in prima persona nella cattura di latitanti eccellenti, in particolare quelli della cupola mafiosa.

Il volume di I.M.D., con la prefazione del sostituto procuratore Nino Di Matteo, sarà in edicola domani, in abbinamento con il Giornale di Sicilia: secondo appuntamento della nuova iniziativa di collaborazione fra il quotidiano e Dario Flaccovio editore; il primo, la scorsa settimana, ha consentito di acquistare ai lettori, a un prezzo molto vantaggioso, Siculospirina del sociologo agrigentino Pippo Russo. Anche stavolta, per La Catturandi. La verità oltre la fiction, il prezzo di copertina sarà abbattuto: sarà possibile comperarlo a 6,20 euro, oltre alla spesa necessaria per acquistare il Giornale di Sicilia, un euro e trenta centesimi.

Nel volume di I.M.D. si fondono narrazione quasi diaristica, racconto d’azione e riflessione sul fenomeno della criminalità organizzata. Non potrebbe essere altrimenti visto che l’investigatore-scrittore, palermitano, laureato in Scienze politiche e con un master in Criminologia, dal 1995 al 2013, ha dedicato la propria vita a metter fine a latitanze eccellenti: con i colleghi della sezione Catturandi ha messo fine alla fuga di vecchi e giovani boss, da Provenzano a Brusca, dai Lo Piccolo senior e junior a Gianni Nicchi, passando per Vito Vitale. Una testimonianza, quella di questo libro, che parte da un assunto, snocciolato già nelle prime delle 155 pagine, ovvero «la mafia questo lo ha capito bene: lo Stato non subisce più passivamente».

C’è una lettera «senza affetto e senza alcuna stima» a Matteo Messina Denaro, c’è l’analisi di strumenti investigativi che colpiscono l’immaginario della gente, come l’identikit e il suo invecchiamento (la cosiddetta «age progression»), c’è la riflessione del ruolo delle donne e dei religiosi nella ragnatela mafiosa, c’è un intenso spaccato autobiografico, la presa di coscienza civile di un ragazzino che, probabilmente, oggi sarebbe «un biologo disoccupato o uno dei cervelli in fuga dall’Italia». Non è un libro ammantato di verità rivelate o di assiomi granitici e incontrovertibili, quello di I.D.M., ma preferisce puntare sull’orgoglio e sulla speranza, su una Resistenza concreta contro la mafia, riprendendo le parole di Antonino Caponnetto: «Innamoratevi, siate felici, ma diventate partigiani di questa nuova Resistenza, la Resistenza dei valori, la Resistenza degli ideali, non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da persone sempre libere e consapevoli». S.L.I.

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