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Regionali, ispettori per il voto in Sicilia: Minniti dice no alla richiesta del M5s

Marco Minniti

ROMA. L’Osce non ci sarà. Marco Minniti fuga ogni dubbio e dice «no» alla richiesta invocata da Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri di inviare gli osservatori internazionali a garanzia del regolare svolgimento delle consultazioni nell’Isola, per il M5S a «rischio inquinamento, per pratiche clientelari di scambio elettorale». Il ministro dell’Interno, insomma, risponde «picche» in aula a Montecitorio perché l’Osce «non monitora le elezioni locali». Parole che innescano l’ira del M5S che chiama al voto di massa «contro gli aguzzini» e si prepara, a partire dalla settimana prossima, a battere nuovamente a tappeto l’Isola: e, in campo, ci saranno tutti i «big» incluso Roberto Fico che potrebbe unirsi, così, alla campagna di Luigi Di Maio.

«Le missioni dell’Osce - chiarisce Minniti al question time - vengono predisposte per i maggiori appuntamenti elettorali parlamentari o presidenziali, non per elezioni di livello locale». «I prefetti delle province siciliane hanno già fornito assicurazione alla commissione Antimafia - assicura il ministro - anche in relazione alle criticità dalla stessa rilevate e piena collaborazione nel proseguo dell’attività di approfondito monitoraggio, nonché per lo svolgimento della campagna elettorale in vista del voto, ferma restando l’attività delle forze dell’ordine».

Secca la replica di Di Battista, che torna a parlare di impresentabili nelle liste per le regionali. «Gli osservatori Osce, sono stati inviati in Albania e in Ucraina per le amministrative del 2015» afferma in Aula, mentre Giancarlo Cancelleri, candidato alla presidenza della Regione del M5S attacca l’esecutivo: «Prendiamo atto che al Governo non interessa nulla del regolare svolgimento delle elezioni in Sicilia, nonostante le terrificanti premesse che denunciamo da giorni. Quasi ci viene da pensare che per loro va tutto bene così».

«Di quello che succede - dice ancora Cancelleri - qua non interessa neppure ai media nazionali, che complici dei partiti, non hanno neppure riportato la notizia del candidato arrestato». E dal M5S, arriva, forte, l’appello anti-astensione. «Ai siciliani non resta che un’unica possibilità per per non lasciare la Sicilia da sola con gli impresentabili di sempre», sottolinea Cancelleri, rilanciando l’appello al voto al «popolo" dell’astensione di 5 anni fa. Un appello che rilancia anche il candidato premier Luigi Di Maio: «Siciliani, è il momento di destarsi, mandiamo a casa gli aguzzini».

Il popolo del non voto è dato in crescita: secondo i sondaggi il 5 novembre andranno alle urne meno della metà degli elettori in Sicilia. Anche il centrodestra si rivolge agli indecisi in vista di un rush finale che, nel weekend precedente alle Regionali, vedrà molto probabilmente in campo Silvio Berlusconi. Con l’ipotesi, da non escludere, di un «palco comune» con Matteo Salvini. Giorgia Meloni, di nuovo in Sicilia per sostenere la corsa di Nello Musumeci, intanto incalza: «é un errore non andare a votare. Non siamo tutti uguali. Musumeci non è Crocetta. Non siamo voltagabbana e avete la libertà di scegliere i candidati. i nostri hanno un vincolo di mandato con i cittadini».

 

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