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Ambra Angiolini cambia look e "va in terapia": l'attrice (bionda) al cinema con un nuovo film

ROMA. Una coppia di amanti in crisi (quasi una regola visto il naturale disagio di questa condizione) cosa può fare?
Può fare quello che si fa quando si vive nell’ufficialità, quando si è regolarmente sposati, ovvero andare da uno psicoterapeuta.
È quello che succede in 'Terapia di coppia per amanti' di Alessio Maria Federici, in sala dal 26 ottobre in 300 copie distribuite da Warner. Una commedia sostenuta dalla scrittura puntuale del romanzo omonimo di Diego De Silva (edito da Einaudi) - tra l’altro co-sceneggiatore insieme al regista - e dalle musiche originali di Rodrigo D’Erasmo.
Di scena la storia di Viviana (Ambra Angiolini) e Modesto (Pietro Sermonti), entrambi sposati, ma da due anni amanti appassionati e alle prese con messaggini e telefonate clandestine. Si incontrano così, appena possono, in accoglienti alberghetti per consumare desiderio, nevrosi e la loro bulimica dialettica.
Lei, con tanto di figlio adolescente, vive in casa con il tiepido marito e non ce la fa più, mentre lui, noto chitarrista con padre ingombrante (Franco Branciaroli contrabbassista jazz) vorrebbe protrarre questa situazione clandestina all’infinito. Viviana ha un’idea: andare da un noto psicologo, il professor Malavolta (Sergio Rubini), spesso ospite in tv. Modesto, senza troppo entusiasmo, accetta.
A sua volta però Malavolta non manca di problemi, di scheletri nell’armadio, e così la sua terapia rivolta a Viviana e Modesto si riverbererà, piano piano e inesorabilmente, anche sulla sua vita privata.
«Questo film arriva da lontano. Comprai il libro di De Silva circa dieci anni fa e pensai allora di portarlo a teatro, di farne comunque qualcosa - spiega Ambra oggi a Roma -. Quello che mi piace del personaggio di Viviana è il fatto che interpreto una donna senza stereotipi, un’amante irrisolta che a un certo punto non sa dove andare».
«Ho incontrato il libro di De Silva quasi per caso e mi ha subito conquistato, perché non giudica mai chi tradisce - dice invece il regista -. Volevo fare un film veloce e moderno sui rapporti di coppia, una storia che parlasse di grande amore in modo libero».
Lo scrittore De Silva punta infine l’accento sui rapporti amorosi mediati dal digitale, protagonisti di molti momenti chiave del film: «Si è come creata una nuova grammatica dei sentimenti. La scrittura telefonica ha secondo me una caratteristica particolare, non è opponibile. È esattamente il contrario di 'carta canta'.
Dopo una settimana un messaggino può essere contestato, diventa inesistente. Oggi molti tradimenti - conclude lo scrittore - sono solo digitali. Bisognerà ora capire quanto la giustizia darà peso a questi messaggi, ad esempio, come motivo di separazione».

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