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Un segnale all'improvviso dallo spazio, a ferragosto

E' stato un ferragosto indimenticabile, quello del 2017, per le decine di ricercatori italiani protagonisti del primo passo verso la nuova astronomia. Molti si erano presi una vacanza, altri avevano quasi perso la speranza che potesse accadere qualcosa: ancora pochi giorni e poi il 25 agosto i rivelatori di onde gravitazionali Ligo e Virgo avrebbero cominciato una pausa per la manutenzione.

Invece alle 14:41 italiane del 17 agosto una delle due antenne dello strumento americano Ligo ha catturato un 'cinguettio', poi è stata la volta della seconda antenna e quindi è entrato in gioco Virgo, il rivelatore che fa capo all'Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego) e al quale l'Italia partecipa con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

Decine e decine di telefonini di ricercatori americani ed europei hanno cominciato a ricevere Sms. "E' stata una cosa pazzesca, davvero emozionante", ha detto Paolo D'Avanzo, dell'osservatorio di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e autore con Elena Pian dell'articolo pubblicato sulla rivista Nature. "Sapevamo - ha proseguito - che gli interferometri per le onde gravitazionali sono in funzione solo per determinati periodi e che la presa dati si sarebbe conclusa il 25 agosto".

Erano davvero pochi i giorni a disposizione per sperare di catturare un segnale. Il rivelatore Virgo si era infatti unito ai due strumenti di Ligo soltanto il primo agosto. Insieme i tre strumenti non avrebbero soltanto ascoltato i segnali delle onde gravitazionali, ma sarebbero finalmente stati in grado di localizzarle in un'area dell'universo abbastanza delimitata e più semplicemente da osservare in seguito con i telescopi.

"Quando il 17 agosto abbiamo cominciato a ricevere sui telefoni cellulari i messaggi che annunciavano l'arrivo di un segnale da due stelle di neutroni in collisione, ci siamo detti che era un'occasione d'oro per andare a vedere la luce, ossia la controparte elettromagnetica delle onde gravitazionali", ha detto ancora D'Avanzo. Se fino ad allora l'attesa era stata frustrante, "quella notizia ci aveva dato la carica" e "quando poi abbiamo visto che la luce che veniva emessa da quello stesso oggetto siamo rimasti senza fiato nel vedere che molti tasselli della teoria andavano a posto.

E' stata un'osservazione di portata storica ed è stato tutto davvero incredibile perché nel giro di un mese abbiamo raccolto dati che ci daranno da lavorare per i prossimi anni, e tutto questo è successo in un colpo solo".

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