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Furti di mezzi nei cantieri di mezza Sicilia, nove arresti - Nomi e foto

CEFALU'. Furto aggravato in concorso, ricettazione e riciclaggio: con questa accusa sono stati arrestate 9 persone tra le province di Catania, Messina, Agrigento e Siracusa. I provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati emessi dal gip del Tribunale di Termini Imerese su richiesta della Procura della Repubblica ed eseguiti dai carabinieri di Cefalù nell'ambito di un'operazione denominata "Triade". I reati sarebbero stati commessi in più zone della Sicilia a partire dal 2015.

L’indagine è stata avviata a seguito della commissione di una serie di furti di mezzi d’opera, autocarri e veicoli da cantiere all’interno di depositi e magazzini edili lungo la fascia costiera tra i Comuni di Cefalù e Campofelice di Roccella. Furti che hanno colpito piccole aziende e imprenditori edili, mettendoli in ginocchio.

I carabinieri nel corso delle indagini hanno notato come tutti i furti avessero il medesimo modus operandi e fossero, pertanto, riconducibili a un gruppo di nove persone, ben organizzato, che operava secondo una precisa suddivisione di compiti.

Si tratta, più precisamente, di Giovanni Messina, 43 anni, Sebastiano Pirrello, 51 anni, Cristian Foti, 30 anni, originario della provincia di Messina, Salvatore Litrico, 53 anni (già detenuto presso il carcere di Ragusa), e Sebastiano Busacca, 20 anni (in atto ristretto per altra causa presso l’Istituto Penale per i Minorenni di Catania), tutti domiciliati in provincia di Catania, di Luca Coniglio, 38 anni, di Canicattì e Carmelo Gambacorta, 64 anni di Camastra, di Aldo Scauzzo Taragnino, 43 anni di Capizzi e, infine, di Stefano Breci, 36 anni, residente ad Augusta.

In particolare, sei di loro (Messina, Breci, Pirrello, Foti, Busacca e Scauzzo Taragnino) si occupavano dell’individuazione e della selezione degli obiettivi da colpire e dei mezzi da rubare e procedevano materialmente alla commissione dei furti. Litrico e Coniglio avevano, invece, il compito di rivendere sul mercato ad altre imprese, spesso ma non sempre ignare della provenienza furtiva, i beni illecitamente sottratti e, infine, Gambacorta si occupava dell’attività di riciclaggio dei proventi illeciti, mediante la creazione di documentazioni e attestazioni false (fatture e certificati di conformità).

Le indagini hanno permesso di accertare almeno una decina furti per un danno complessivo di oltre mezzo milione di euro, nonché di recuperare parte dei mezzi d’opera rubati per un valore di circa 300 mila euro.

Le indagini dei militari dell’Arma e della Procura della Repubblica di Termini Imerese proseguono ora per riscontrare eventuali ulteriori episodi e complici.

"Frutto di una quotidiana ed efficace sinergia tra l'Arma dei carabinieri e l'autorità giudiziaria, l'operazione di stamane ha messo la parola fine ad un'organizzazione criminale, specializzata nei furti dei mezzi d'opera e alla loro successiva ricettazione che imperversava su tutto il territorio della Regione, interessando in particolare il capoluogo siciliano e i cui componenti provengono dalle tre province di Catania, Messina e Agrigento", ha detto il comandante provinciale dei carabinieri Antonio Di Stasio. "Le modalità e la capillarità dei luoghi in cui si sono sviluppate le indagini - ha aggiunto - dimostrano, ancora una volta, come le stazioni dell'Arma si identifichino, non solo nella 'casa del Carabiniere', ma soprattutto nel luogo dove chiunque può recarsi per ricevere aiuto e sostegno''.

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