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L'uragano Ophelia dopo il Portogallo si abbatte anche sull'Irlanda

LISBONA.  Morti, migliaia di famiglie senza luce, danni e grandi disagi nei trasporti. L’uragano Ophelia si è abbattuto con violenza sull'Irlanda, facendo tre vittime, e punta verso le coste della Gran Bretagna (in particolare Galles e Scozia), mentre i suoi fortissimi venti hanno prodotto un 'effetto collateralè alimentando vasti incendi in Portogallo e causando così un inferno con 35 morti.

Secondo gli esperti, è il fenomeno atmosferico più devastante che si sia abbattuto negli ultimi cinquant'anni sull'isola di smeraldo, in queste ore contraddistinta dal colore plumbeo del cielo e dalle raffiche impetuose e sinistre che sferzano città e villaggi mentre gli abitanti restano al riparo in casa.  Prima uragano in arrivo dall’Atlantico, una volta raggiunte le isole britanniche Ophelia è diventata una «storm», e quindi una tempesta, ma i suoi venti soffiano a velocità da record: oltre 170 chilometri orari sono stati rilevati nel celebre Fastnet Rock, uno scoglio nel punto più meridionale dell’Irlanda. E proprio nel sud del Paese si registrano due morti, una signora di 50 anni intrappolata in un’automobile colpita in pieno da un albero e un 30enne che tentava con una motosega di tagliare un tronco abbattuto dai venti. Mentre un altro uomo ha perso la vita al confine con l’Irlanda del Nord, anche in questo caso per un albero che ha travolto la sua auto.

Intanto l’intera nazione è stata definita dai media in "lockdown», con le scuole chiuse (anche domani), centinaia di voli cancellati (130 solo a Dublino), e soprattutto vaste zone del Paese senza corrente elettrica: si contano infatti oltre 360 mila utenti al buio e il 5-10% di questi rischiano di restare in quella situazione per oltre una settimana. «Rimanete in casa e uscite solo se strettamente necessario fino a che la tempesta non sarà passata», ha affermato più volte il primo ministro irlandese Leo Varadkar, mentre l’esercito è in stato di allerta, pronto a intervenire. Vengono duramente criticati quanti 'sfidanò Ophelia ad esempio facendo surf per cavalcare le onde più alte a proprio rischio e pericolo.

Nelle prossime ore il fenomeno atmosferico punta verso l'Irlanda del Nord, dove già si contano 18 mila famiglie senza corrente elettrica e le scuole restano chiuse per precauzione, e sulla Gran Bretagna. Il Met Office ha emesso numerose allerte maltempo che riguardano il Galles, la Scozia meridionale e il nord dell’Inghilterra. Proprio in questi giorni 30 anni fa, nel 1987, il Great Storm colpiva le isole britanniche e il nord della Francia lasciando dopo il suo passaggio 22 vittime.

Ophelia ha anche un tragico effetto collaterale: i suoi venti impetuosi hanno infatti alimentato centinaia di incendi divampati nella penisola iberica, in particolare in Portogallo, con un bilancio provvisorio di 35 morti, tra cui un bambino, e altre 7 persone disperse. La causa principale delle fiamme è rappresentata dalle temperature superiori alla media stagionale, sopra i 30 gradi, aggravate da una prolungata siccità, a cui si sono aggiunte le raffiche dell’uragano. Non si tratta dell’unico effetto collaterale prodotto da Ophelia. Un sole rosso è spuntato qua e là in Inghilterra e Galles, mentre a Londra a un certo punto il cielo ha assunto una sfumatura arancione. Non solo, l’uragano è responsabile anche dell’odore di fumo avvertito in quota dagli equipaggi di alcuni aerei passeggeri in volo verso Liverpool, Manchester, Dublino e l’isola di Jersey, atterrati a scopo precauzionale senza problemi di sorta. Secondo gli esperti di meteorologia, dietro entrambi i fenomeni atmosferici ci sarebbe il pulviscolo del deserto del Sahara intercettato da Ophelia durante il suo tragitto, ma anche la cenere e i detriti polverizzati raccolti al passaggio sul Portogallo in fiamme prima di essere sparsi dal vento ai margini della sua zona d’impatto sulle isole britanniche

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