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Crocetta è fuori dalle Regionali, respinto anche il secondo ricorso

PALERMO. Rimane solo il Consiglio di giustizia amministrativa a Rosario Crocetta e all’associazione "Arcipelago": se anche il Cga dovesse respingere il ricorso, il governatore e il resto dei candidati della lista a Messina, che che fa riferimento a Micari, saranno definitivamente esclusi dalla corsa per l’Assemblea siciliana. Dopo il Tar di Catania, anche quello di Palermo oggi ha confermato la decisione dell’ufficio elettorale circoscrizionale di Messina di escludere la lista guidata da Rosario Crocetta, unico collegio dove il governatore si è candidato per il ruolo di parlamentare.

I giudici amministrativi del capoluogo hanno respinto i due ricorsi depositati da Crocetta e dall’associazione 'Arcipelagò. Amaro il commento del governatore: «Rispetto la legge e le sentenze, dura lex sed lex: mi farò una ragione di questa esclusione, risparmierò i soldi della campagna elettorale. Ero candidato nell’interesse della coalizione, se qualcuno ha sbagliato se ne assumerà la responsabilità».

E lancia un messaggio al suo partito: «Sono stato leale con il Pd e la coalizione di centrosinistra, ho accettato i sacrifici che mi sono stati chiesti. Mi auguro che il mio partito dimostri nei miei confronti la stessa lealtà in futuro: vorrò essere ricordato dai cittadini come una delle persone più unitarie del centrosinistra». Annunciando il ricorso al Cga, il candidato per il centrosinistra Fabrizio Micari, dice: «Se la decisione non sarà positiva, avremo 240 candidati all’Ars e non 248. Sarà comunque un gruppo competitivo. Le nostre liste sono forti».

Intanto, la commissione Antimafia, guidata da Rosy Bindi, ha sentito, in Prefettura a Palermo, in audizione i responsabili degli uffici elettorali centrale e periferici e i prefetti dell’isola per «acquisire le prime valutazioni dei soggetti istituzionali coinvolti nelle procedure elettorali, nell’ambito delle attività di monitoraggio sulle liste dei candidati alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana e per il Comune di Mazzarrà Sant'Andrea (Me) sciolto per mafia e che torna al voto il prossimo 5 novembre».

«In primo luogo risultano troppo brevi i tempi a disposizione degli uffici competenti per svolgere i controlli sul rispetto delle condizioni di candidabilità previste dalla cosiddetta legge Severino, che in Sicilia è peraltro alla sua prima applicazione», spiega l’Antimafia. Che, aggiunge, «anche in questa occasione si registra l’inadeguatezza delle banche dati giudiziarie e la difficoltà di acquisire i certificati penali dei candidati per verificare le autocertificazioni».

Claudio Fava e Giancarlo Cancelleri, candidati per la sinistra e per il M5s alla presidenza della Regione siciliana, hanno consegnato a Rosy Bindi, due distinti dossier sui cosiddetti «impresentabili». «Il lavoro di monitoraggio, avviato con le audizioni di oggi - sottolinea l’Antimafia - proseguirà con la collaborazione delle Prefetture e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo».

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