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Starlex, "il successo è un patto di fiducia"

(di Daniela Giammusso)

  ''Abbiamo iniziato davvero con pochi euro. Investendo sempre di tasca nostra. Oggi siamo a oltre 200 mila spettatori a stagione. E i teatri ci corteggiano''. A parlare sono Benedetta Pontellini, Claudia Gatti, Roberta Scardola e Marina Marchione, ovvero le quattro produttrici indipendenti della Starlex, società nata a Roma otto anni fa per teatro, master e cinema. Oggi il team è di 12 persone, tutti rigorosamente under 40, che cresce fino a 30 unità sotto produzione.
  ''Tutto è iniziato sul palcoscenico dell'Eliseo a Roma'', raccontano all'ANSA. Benedetta era lì come regista e produttrice, Claudia, con un romanzo alle spalle (''Come cristalli al sole'', ed. Totem), impegnata nelle repliche di ''Uno, nessuno e centomila'' di Pirandello. ''Avevamo 26 e 27 anni - dicono - E molta voglia di andare avanti, di dare una possibilità concreta ai nostri progetti. Ma farsi ascoltare in Italia, soprattutto in questo settore e in questo momento storico, può essere difficile. Così abbiamo deciso di fare da sole e il 4 luglio 2009 è nata la Starlex''. Prima produzione, il cortometraggio Dai un calcio alla violenza per la campagna del Ministero delle politiche giovanili. Budget 2.500 euro, ma ''con Francesco Montanari e Luciana De Falco nel cast e l'encomio del Presidente della Repubblica''. Al Festival di Messina del 2010 l'incontro con le due future associate: Roberta Scardola, reduce dal successo tv dei Cesaroni; e Marina Marchione, dalla palestra di Amici alla fiction ''Non è stato è mio figlio''. ''Il bello è stato riuscirsi a incontrare - proseguono - Abbiamo voluto costruire un posto dove, prima di tutto, tenere le porte aperte alle proposte di tutti''.
Così negli anni alla Starlex sono nati ''80 spettacoli dal vivo, tra matinèe e serali'', riempiendo teatri come ''l'Auditorium della Conciliazione, Sistina e Gran Teatro a Roma, l'Alfieri a Torino, il Metropolitan a Catania, il Palapartenope a Napoli''. E poi ''la gestione del Furio Camillo a Roma tra il 2010 e il 2011, documentari, pubblicità e corti'' collaborando ''in America anche con il Massachusetts Institute of Technology''. E ''le Pubblicità progresso sugli incidenti stradali e la violenza contro le donne, lo spot Coni per i Mondiali di calcio 2010, il premio come Migliore produzione emergente alla Mostra del Cinema dello Stretto''.
  ''Tutto senza finanziamenti, da sole, con la nostra forza'', dice con orgoglio Benedetta. Non che sia stato facile. ''E' vero, in Italia quando sei giovane, per di più donna, capita ti guardino con un certa condiscendenza. Non importa se è un festival o la più rigida commissione ministeriale: c'è sempre qualcuno che continua a chiamarti 'le ragazze'. Negli Stati Uniti nessuno si permetterebbe. Poi però facciamo più numeri noi di molte aziende. E i teatri ci richiamano''.
Oggi si viaggia su ''7-8 produzioni l'anno, più i master per le arti e il cinema'', toccando nella stagione 2016-2017 il record di ''202 mila spettatori'' a teatro con titoli come La più meglio Gioventù con Francesco Montanari, Canto di Natale, Serata d'onore, a lezione con Michele Placido. ''Il segreto? Sfruttare tutti i canali a disposizione per la promozione e non abbassare mai la qualità. Fare numeri - concludono - non vuol dire solo 'fare centro'. È credere in un progetto, stringere un patto di fiducia, con gli attori, gli operai e gli spettatori. E non tradire nessuno. Il pubblico, se fai qualcosa non all'altezza delle aspettative, lo perdi. Non abbiamo un teatro, ma è come se avessimo una nostra platea di abbonati che ci segue in tutta Italia''.

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