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Un laser 'a luce verde' per curare la prostata senza bisturi

Un trattamento laser a luce verde per curare l'ipertrofia benigna della prostata, capace di "guarire questa patologia che colpisce l'80% degli ultra 50enni, in anestesia spinale e con dimissione in 24 ore". A dirlo sono gli esperti che effettueranno uno di questi interventi 'live', trasmettendo dalle sale operatorie del Policlinico Federico II di Napoli alla sede del 90° Congresso della Società Italiana di Urologia.
    "Siamo ormai prossimi alla totale abolizione dell'intervento con bisturi", spiega Giovanni Ferrari, primario di Urologia all'Hesperia Hospital di Modena. In un suo studio pubblicato su International Urology and Nephrology "ben 99 pazienti operati su 100 si sono dichiarati soddisfatti sia dell'intervento in sé sia della scomparsa dei sintomi causati dalla patologia", grazie a questo laser basato sulla tecnologia a triborato di litio.
    "La tecnica laser - aggiunge Maurizio Carrino, responsabile della Divisione di Andrologia dell'Ospedale Cardarelli di Napoli - si effettua in endoscopia, senza alcuna incisione cutanea, e vaporizza o vapo-enuclea con precisione millimetrica solo l'eccesso di tessuto prostatico. L'istantanea coagulazione dei vasi evita il sanguinamento, e fa di questo laser lo strumento d'elezione per oltre 1 milione di pazienti con gravi malattie cardiovascolari in cura con anticoagulanti o antiaggreganti, che ora possono essere operati in tutta sicurezza senza mai sospendere la terapia salvavita, come invece avviene con la chirurgia tradizionale. La metodica, a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale, è attiva nel nostro Paese in 30 centri per un totale di 3mila interventi l'anno".
    Infine, questo speciale laser "è in grado di operare maxi prostate di grosso volume, finora trattabili solo con la chirurgia open, invasiva e con inevitabili complicanze. Non solo la sicurezza è assoluta - concludono gli esperti - ma il progresso tecnologico consente oggi di effettuare biopsie durante l'intervento per escludere la presenza di cellule cancerose". (ANSA).
   

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