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L'Italia espelle l'ambasciatore della Corea del Nord

Angelino Alfano

ROMA. L’Italia espelle l’ambasciatore nordcoreano. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha annunciato questa iniziativa «forte» oggi dalle colonne di 'Repubblicà, al fine di «mantenere alta la pressione sul regime» di Kim Jon-un, che continua a sfidare il mondo con i suoi test nucleari.  Pyongyang, del resto, non sembra interessata al dialogo e sposta ancora missili in zona di lancio, forse in vista di nuove provocazioni. Tanto che il presidente americano Donald Trump ha liquidato come uno «spreco di tempo» i contatti avviati dal suo capo della diplomazia, Rex Tillerson, con i nordcoreani.

Appena un mese fa la Corea del Nord ha effettuato il sesto test con una bomba all’idrogeno, disegnata per armare un supermissile intercontinentale. Alcuni giorni dopo, un suo missile ha sorvolato il Giappone. Adesso l’Italia, che ha sempre sposato la causa delle sanzioni internazionali, ha voluto dare un segnale più netto di condanna al riottoso dittatore Kim. Il loro ambasciatore «dovrà lasciare» il nostro Paese, ha spiegato Alfano: perché bisogna far capire a Pyongyang che «l'isolamento è inevitabile se non cambia strada».  L’ambasciatore Mun Jong-Nam era arrivato in Italia nelle scorse settimane ed aveva ricevuto il gradimento del presidente Sergio Mattarella. Ma per insediarsi ufficialmente, avrebbe dovuto presentare le credenziali al capo dello Stato con una cerimonia al Quirinale. Questo secondo passo, dopo l’ennesima minaccia al Giappone, è stato bloccato.

Il capomissione nordcoreano mancava a Roma da un anno e mezzo, anche se le relazioni bilaterali proseguivano. Quindi l'insediamento del nuovo ambasciatore avrebbe costituito un importante passo avanti nel dialogo. Il limite, però, è stato oltrepassato e l’Italia, «che presiede il Comitato Sanzioni del Consiglio di Sicurezza, chiede alla comunità internazionale di mantenere alta la pressione sul regime», ha spiegato il titolare della Farnesina, ricordando che anche la Spagna ha dichiarato l'ambasciatore nordcoreano 'persona non gratà ed il Portogallo ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche. Il nostro Paese, invece, «non tronca le relazioni perché - ha rilevato Alfano - può essere sempre utile mantenere un canale di comunicazione».

Per la verità, anche gli Stati Uniti hanno scelto di percorrere fino in fondo la via diplomatica. Tillerson, durante una missione a Pechino, ha rivelato che Washington sta verificando se Pyongyang abbia o meno l’intenzione di avviare un dialogo sull'abbandono delle velleità sugli armamenti. Ma per tutta risposta, il regime ha ripreso a insultare Trump dandogli del «vecchio psicopatico». Così l’inquilino della Casa Bianca, che di retorica aggressiva non è sprovvisto, ha definito uno "spreco di tempo» i tentativi dello «straordinario Tillerson di cercare di trattare con 'Little Rocket Man'», ovvero Kim. E poi ha promesso: «Faremo quello che c'è da fare».

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