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La lingua è viva e supera la politica, il Quebec sdogana il 'frenglish'

(di Alessandra Baldini)  Con la Catalogna impegnata nel referendum sul distacco dalla Spagna, in Quebec, un'altra regione del mondo dove l'autonomia linguistica si colora di connotazioni politiche, si fa marcia indietro sull'ortodossia francofona. La provincia canadese in cui il francese e' lingua ufficiale si e' arresa all'evidenza e ha sdoganato il "cocktail" al posto del "francosuonante" "coqueteil", al pari del "grilled cheese sandwich" (panino con formaggio grigliato), con buona pace dei tradizionalisti che continueranno comunque a dire "sandwich au fromage fondant". L'Office québécois de la langue française ha pubblicato sul suo sito online la lista delle parole inglesi d'ora in poi considerate accettabili. In Quebec si può dunque adesso dire "baby-boom" al posto di "bébé-boum" e giocare a "softball" e non a "balle-molle". Parlando del Primo Ministro Justin Trudeau, si potrà definirlo "leader" del suo partito, non necessariamente "chef".
    Jean-Pierre Le Blanc, un portavoce del OQLF, ha spiegato che la revisione risponde al modo con cui il francese e' usato in Quebec: "Il linguaggio e' qualcosa di vivo", ha detto alla rete tv Cbc, "e il fenomeno delle parole prese a prestito da altre lingue va avanti da molto tempo". Compito del OQLF, fondato nel 1961 e rafforzato nel 1977, e' di proteggere la lingua e assicurarne il giusto uso. Con uno staff di 230 persone tra cui 20 linguisti, l'ufficio ha un budget annuale di 24 milioni di dollari canadesi che sono serviti tra l'altro a introdurre con successo alternative francesi a parole inglesi correntemente usate come "courriel" al posto di email e "mot-clic" in sostituzione di hashtag. Non e' sempre stata una passeggiata.

In passato il richiamo all'ortodossia francofona ha provocato polemiche quando funzionari troppo zelanti presero di mira un ristorante italiano per aver usato la parola "pasta" sul menu. La decisione del OQLF e' stata salutata con soddisfazione da Pascal Salzman, proprietario del "Le Cheese food truck" di cui potra' conservare il nome senza timore di sanzioni. "Sono cresciuto a Montreal, le elementari in francese e il liceo in inglese. Sono un 'Frenglish', il francese mi piace, ma non credo che dire 'grilled cheese' rovinera' la nostra identità culturale". La tradizione pero' e' dura a morire: per Marie-Éva de Villers, autrice del "Multidictionnaire de la langue française", l'OQLF dovrebbe fare immediatamente marcia indietro perché il ruolo dell'organizzazione, "definito dalla sua carta, e' di essere una guida che orienta i consumatori, non sta a loro descrivere l'evoluzione storica del linguaggio".
   

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