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A Tivoli nuova vita per il Santuario di Ercole

TIVOLI - Nella Roma imperiale era uno dei luoghi più importanti e gettonati, frequentato dall'aristocrazia che in queste terre aveva le sue ville da vacanza, amato da Augusto che forse ne apprezzava la suggestione dei tramonti sulla grande spianata a picco sulla valle dell'Aniene, affollato da pellegrini e da mercanti, dai banchieri e dai pastori.

Maestoso e spettacolare, il tempio di Ercole Vincitore, eretto nel II secolo avanti Cristo sulla sommità di una collina a Tivoli, alle porte di Roma, era tra i più importanti centri di culto romani, per quasi cinquecento anni frequentatissimo luogo religioso e di spettacolo e nello stesso tempo nevralgico snodo commerciale, tanto che era stato costruito proprio sopra la via Tiburtina, che quindi per un tratto lo attraversava. Poi sopravvennero decadenza e rovina, i marmi e le meravigliose statue vennero razziati, le colonne del tempio abbattute, ma la magia e la spettacolarità del posto non si è mai persa. Dal '700 in poi, accanto e sopra alle rovine del complesso romano, è sorto un polo industriale dalle destinazioni più varie, da laboratorio di guanti a fonderia di cannoni, dalla centrale elettrica - la prima in Italia - alla cartiera degli anni Cinquanta del Novecento, edifici e capannoni oggi vincolati come esempio di archeologia industriale.

Ed è da qui, racconta all'ANSA Andrea Bruciati - da maggio direttore del parco autonomo che comprende Villa Adriana, Villa d'Este e il Santuario di Ercole - che si riparte oggi per dare una nuova vita a questo magico luogo, rilanciare le visite e nello stesso tempo, dice, "un modello culturale dalla grande forza identitaria".

Restaurato nel 2011 con un finanziamento di 15 milioni, brutalizzato all'epoca con una ricostruzione in cemento del teatro romano e dalla collocazione accanto alla cavea di una ricostruzione in ferro del frontone del tempio (che fece parecchio discutere), il complesso, a dispetto degli annunci dell'epoca (il ministro era Giancarlo Galan), non è stato mai veramente riaperto se non su prenotazione e d'estate per gli spettacoli allestiti nel teatro.

Ora si cambia. Da sabato 30 settembre, annuncia Bruciati, il sito riapre al pubblico tutti i fine settimana con un nuovo percorso di visita e ambienti di grande impatto emotivo dell'antico tempio da poco recuperati e mai visti. Entro il 2018 poi, assicura il direttore, già da marzo, il Santuario verrà aperto tutti i giorni, "con un biglietto unico per i tre siti e un servizio di navetta" che farà la spola anche con la stazione dei treni. Intanto, fianco a fianco con il comune della cittadina (il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti, archeologo di fama, è stato per anni il segretario generale del Mibact), si lavora alla messa in sicurezza di tutto il complesso e con i 13 milioni di euro appena messi a disposizione dal Mibact parte il progetto di restauro e messa in sicurezza, che entro il 2020-21 doterà il complesso anche di un parcheggio multipiano e di un auditorium per spettacoli e conferenze ("Niente nuove edificazioni" assicura Proietti, "faremo tutto all'interno della ex cartiera oggi di proprietà del comune").

Tutto per recuperare la magia di questo posto unico e farla scoprire al visitatore, guidandolo con serietà scientifica tra antico e nuovo. Senza ricostruzioni e rievocazioni. "Puntiamo ad un approccio diverso - spiega Bruciati, una vita di impegni nell'arte contemporanea - a far capire la metamorfosi del sito, che da duemila anni continua a vivere, le sue stratificazioni e anche le sue contraddizioni. E' importante per una lettura più consapevole dell'oggi e una proiezione sul domani. La nostra sfida è questa, creare un modello di cultura sostenibile. In tre anni contiamo di vincerla". 

   

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